RaiUno e Tg1, la carica degli 11 vicedirettori

RaiUno e Tg1, la carica degli 11 vicedirettori

RomaNessuna conseguenza sul piano occupazionale per i dipendenti di RaiSat, no alle svendita dell’offerta di Viale Mazzini e, soprattutto, una volta per tutte Rai-set non esiste, è «una banalizzazione giornalistica, efficace per chi vuole denigrarci ma assolutamente inverosimile e infondata». Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, ha spiegato in questi termini ai sindacati il mancato rinnovo dell’accordo con Sky.
Il documento presentato da Masi fa chiarezza su tutti i punti messi in questione dal presidente Paolo Garimberti e utilizzati dall’opposizione e dalla stampa di sinistra per rinfocolare le solite polemiche sul conflitto di interessi. «La porta, per quanto stretta del negoziato, è stata chiusa da Sky», ha sottolineato Masi.
Il vertice con i sindacati si è svolto dopo l’ultimo consiglio di amministrazione prima della pausa estiva. Ieri sono state votate le nomine dei vicedirettori di RaiUno e del Tg1. Il cda è durato dieci minuti con alcuni consiglieri collegati telefonicamente. Assenti per protesta contro le proposte di Masi i due rappresentanti in quota Pd, Rizzo Nervo e Van Straten. Tutti interni i vice nominati al tg dell’ammiraglia: i giornalisti Andrea Giubilo, Claudio Fico, Gennaro Sangiuliano, Susanna Petruni e Fabrizio Ferragni.
Idem per la rete dove Mauro Mazza sarà affiancato dal vicedirettore vicario Vilfredo Agnese e da Maria Pia Ammirati, Ludovico Di Meo, Giovanni Lomaglio, Daniel Toaff e dal direttore del palinsesto Angelo Teodoli. L’unico esterno è il direttore ad interim di Libero, Gianluigi Paragone che ha ricevuto voto negativo da Garimberti, alfiere dell’unanimismo e della valorizzazione degli «interni». Il prossimo cda sarà convocato a fine mese, o al più tardi agli inizi di settembre, per fare il punto su Tgr e Rai International. Tg3 e Raitre resteranno bloccati fino al congresso Pd.
Ritornando all’incontro con i sindacati bisogna sottolineare come Masi abbia spiegato nei dettagli l’esito della trattativa con Sky. Da metà aprile a fine luglio i negoziati sono andati avanti e la Rai ha proposto un’offerta migliorativa a 60 milioni l’anno come minimo garantito rispetto ai 350 milioni (50 milioni per 7 anni) proposti. Ma Sky «si è impuntata» nel volere anche le tre reti generaliste e i canali «free» vecchi (come Rai News24 e RaiStoria) e nuovi. «Ha chiesto di più, molto di più» ha detto il dg e «se avessimo accettato quelle condizioni avremmo “svenduto”, anzi “regalato” a Sky tutta l’offerta».
Il «danno sarebbe stato ben più vasto del mancato margine» (i 50 milioni di Sky generano un utile operativo di circa 20 milioni) mentre «i vantaggi risiedono in un potenziale “recupero” degli introiti pubblicitari Rai». Con lo switch-off gli ascolti Sky avrebbero potuto crescere dal 9% al 14% nel 2012 senza un euro in più per Rai.

Che ha «una chiara strategia di rafforzamento del servizio pubblico». Anche la Slc-Cgil ha accolto positivamente le affermazioni di Masi sulla tenuta occupazionale, ma ha preannunciato battaglia sui rinnovi contrattuali.

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