Ramadan nel paese di Tettamanzi. I residenti: «Troppi islamici»

È iniziato il ramadan e a Renate esplodono le polemiche. C’è una moschea, o per chi lo preferisce, un centro culturale islamico. L’unico in Brianza, proprio nel paese natale del cardinale Dionigi Tettamanzi. In uno scantinato di centoventi metri quadrati tappetini per riti e preghiere. Un luogo di culto dove i fedeli di Maometto arrivano numerosi. La gente, la stessa che ama il suo arcivescovo e che ha anche pregato perché il conclave lo nominasse Papa, quel centro culturale non lo vuole. I residenti del condominio dove c’è il «tempio», una trentina di famiglie in tutto, per la questione si erano già rivolti al precedente sindaco del centro sinistra. Ma tutto era rimasto fermo.
Dopo l’arresto dei due kamikaze di Giussano, bloccati a gennaio dalla Digos con l’accusa di terrorismo, a Renate i musulmani arrivano a frotte. I due frequentavano il centro «La Pace» di Macherio, blindato con un provvedimento del ministro Roberto Maroni, dopo il comizio dell’eurodeputato Mario Borghezio. Curiosità: anche dove è nato il cardinale il luogo di culto dei musulmani si chiama «La Pace».
«Qui è diventato un inferno – sbotta il signor Angelo -. Venga il venerdì, ci sono almeno 250 persone. Lasciano le scarpe fuori e si ammassano lì dentro: siamo preoccupati. Noi condomini avevamo dato la disponibilità all’accoglienza, come sostiene il nostro arcivescovo, ma pensavamo che ospitasse dieci quindici islamici al massimo. Quelli che abitano a Renate, che conosciamo, che incontriamo per strada. Invece è diventato il punto d’incontro dei musulmani di tutta la zona. Non sappiano nulla di loro. A volte sono prepotenti». Le parole del cardinale su solidarietà, luoghi di culto e le necessità delle altre comunità vengono viste con grande rispetto, ma gli scettici non mancano.
«Vogliamo molto bene al nostro illustre concittadino – chiosa Angelo. Ma in questo caso, mi permetto di non condividere il suo pensiero. Visto quello che succede a Milano non vorrei mai vederli arrivare anche da lì, oltre che dall’intera Brianza, considerato che questa è l’unica moschea presente in tutta la zona». Stessa opinione si raccoglie nel bar che si affaccia sulla piazza del paese.
Alle ultime elezioni amministrative Elisa Riva, ha dovuto lasciare il posto di primo cittadino ad Antonio Gerosa, eletto alla guida di una maggioranza di centrodestra. «Per quel centro non è mai stata concessa la destinazione d’uso quale luogo di culto. Io – spiega il primo cittadino - non ho visto alcuna petizione. In ogni caso sono pronto a ricevere i cittadini per valutare ed affrontare il problema. Informerò i carabinieri per verificare che tutto sia in regola in tema di ordine pubblico. Chiederò che siano controllate anche le persone che arrivano.

Potrebbero infiltrarsi pericolosi clandestini o addirittura terroristi com’è avvenuto a Macherio. Solleciterò anche un intervento dell’azienda sanitaria locale e dei vigili del fuoco. Esistono anche problemi di sicurezza. Se succede qualcosa chi ne risponde?».

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