I pugni e i calci ricevuti dai banditi gli hanno lasciato i segni addosso; ma quello per cui ha temuto di più è stato il male che i rapinatori avrebbero potuto fare alla sua famiglia. Alla moglie e a Carolina, la bimba di otto anni che era appena andata a letto. Ed è stata, paradossalmente, proprio la piccola a sbloccare una situazione che stava per degenerare durante una rapina in villa, messa a segno sabato sera poco prima di mezzanotte a Parabiago. Prima ha offerto ai ladri i suoi risparmi e i giocattoli, poi ha liberato mamma e papà che erano stati legati e rinchiusi dai banditi in una stanza. È successo poco dopo le 23.30 in pieno centro. In quattro, con il volto coperto da caschi integrali, hanno atteso che Roberto Zecca, odontotecnico di 47 anni ed ex pilota di Formula 2, uscisse dalla sua abitazione per andare a gettare l'immondizia nei vicini cassonetti. Lo hanno fermato puntandogli contro una pistola e facendogli sapere che lo conoscevano. Dopo averlo bloccato e picchiato, lo hanno costretto a rientrare dal garage, per consegnare soldi e preziosi che custodiva in due cassette di sicurezza. Appena dentro però si sono preoccupati di immobilizzare e legare la moglie, mettendole poi accanto anche la piccola.
Per diverso tempo hanno rovistato la casa. Però non erano ancora soddisfatti. Pensavano di racimolare un bottino più consistente di quello arraffato, valore circa 60mila euro, e così hanno alzato il tono delle minacce. «Si erano innervositi perché cercavano una terza cassaforte inesistente dove contavano di trovare danaro contante che non abbiamo mai in casa ha raccontato Roberto Zecca -. A un certo punto Carolina, ingenuamente e nonostante le minacce, ha offerto agli sconosciuti i suoi risparmi dicendosi pronta ad aggiungervi anche tutti i suoi giocattoli, anche se alcuni sono vecchi , ha detto. Forse pensava che i malviventi avessero figli e che potessero portar loro un regalo».
Il gesto spontaneo della bimba ha spiazzato i quattro banditi, che si sono guardati in faccia, forse anche un po toccati nellanimo. «Subito dopo hanno ricevuto una telefonata, forse da qualche complice, così hanno posto fine allirruzione effettuata mezzora prima. Ci hanno legati e rinchiusi in un locale, fuggendo col bottino ha ricordato lodontotecnico -. È strano però il fatto che abitiamo in questa casa da appena un mese, eppure sembrava sapessero tutto di me, di noi. Da come parlavano comunque non erano sicuramente italiani; avevano piuttosto un accento dei Paesi dellEst.
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