Ravenna e le sue 9 ciclabili Una città nata per pedalare

Claudio De Carli

nostro inviato a Ravenna

La capitale del mosaico, degli otto monumenti protetti dall’Unesco e delle piste ciclabili. Non è facile presentare Ravenna, quarta città d’Italia per numero di turisti, arte, storia, mare e natura, secondo comune più grande della penisola.
In occasione della tre giorni che l’ha vista protagonista al Giro d’Italia, sede di arrivo di tappa, del giorno di riposo e della successiva partenza del 18 maggio, la città si è messa in vetrina e ha mostrato il meglio di sé, compresa una escursione su una delle sue nove ciclabili, peraltro organizzata su bici con pedalata assistita. Sulla questione si potrebbe aprire un dibattito, e cioè quanto sia gradito questo tipo di sgambata fra sentieri e boschi con una bici che, in una situazione di emergenza, può chiedere il soccorso di una batteria che agevola nello sforzo. Per chi ha già sperimentato queste bici, sia di fabbricazione cinese, sia italiana, è inutile perdersi in descrizioni. Per chi è tentato a sperimentarla bastano poche righe: spesso queste bici sono una trappola, soprattutto per chi immagina di girare un bottoncino e mettersi in relax a godersi i dintorni del paesaggio senza versare alcuna goccia di sudore. L’escursione è stata comunque leggendaria, ricca di colpi di scena e di gustosi imprevisti. Di buono c’è che una bici, sebbene appesantita da una batteria, ti riporta sempre a casa, e su questi splendidi tracciati che incorniciano la città, rimane un piacere guidare e soffrire per poi rilassarsi piacevolmente davanti a una delle numerose bellezze offerte dal paesaggio che rilassano l’occhio e sprizzano la mente.
Le ciclabili attorno a Ravenna sono quanto di meglio si possa chiedere per un contatto diretto con la natura senza arrecarle danno. Si può tranquillamente partire dal centro di Ravenna, le piste sono per professionisti o dilettanti, per bici e mountain bike che si possono noleggiare un po’ ovunque in una città dove pedalare è consuetudine largamente affermata e dove il rispetto per la due ruote è paragonabile solo a quelle delle mucche a Delhi. Fra i percorsi naturalistici da segnalare, gli 8.730 metri della ciclabile che va da San Vitale a Casetto Quattrocchi. Il percorso attraversa la pineta storica di San Vitale, il polmone verde posto fra la città e il mare, meta dei ravennati nel giorno di San Giuseppe, rito collettivo che segna l’arrivo della primavera. Il sentiero sterrato corre nel bosco fra maestosi pini domestici, bassure allegate, radure e fitti arbusteti di prugnolo, biancospino e pungitopo. Dal Cassetto Quattrocchi si può proseguire per raggiungere, attraverso il ponte di progetto sul Lamone, il Bardella, rara prateria umida d’acqua dolce fino a Casa del Chiavichino. Sono 5.008 metri di prateria attraversata da dune sabbiose fossili e depressioni periodicamente invase dall’acqua e arrivati a Casa del Chiavichino, costeggiando un prato, ci si può collegare alla ciclabile Mandriole-Sant’Alberto-Valli di Comacchio. Sono poco più di 23 chilometri fra siti di nidificazione per numerose speci di uccelli acquatici, frutteti e vigneti.
La ciclabile Dune e Pineta, 10.268 metri, porta fino alla foce del torrente Bevano per poi eventualmente proseguire fino alla pineta costiera percorrendo altri 4 chilometri.


Tante e piacevoli le piste, con itinerari cicloturistici e percorsi comunque ciclabili facili da affrontare o più impervi, una sorpresa dietro a ogni curva, dove un’abbazia o una cattedrale vi attendono per una rigenerante sosta.

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