Marcello Zacché
da Milano
I grandi azionisti del Corriere della Sera, che insieme controllano il 58% del capitale, starebbero lavorando a uniniziativa in risposta allattacco portato da Stefano Ricucci, arrivato vicino al 20 per cento.
Ma i contenuti di unoperazione di questo tipo non sono ancora stati messi a punto dal patto di sindacato. E ieri è stata smentita lipotesi, avanzata in unanticipazione del settimanale Panorama, che il sistema individuato dal patto di sindacato dei grandi soci fosse quello di affidare al presidente di Rcs Media Group, Piergaetano Marchetti, la gestione fiduciaria del 51% del capitale del gruppo. Si tratta di una soluzione «destituita di ogni fondamento», ha fatto sapere Marchetti.
Restano sul terreno altre ipotesi e tra queste sembra sempre viva lidea di lanciare unofferta mirata al delisting della società. Unoperazione che potrebbe essere proposta dal patto a un prezzo abbordabile: la media degli ultimi 12 mesi è di 4 euro per azione a fronte dei 5,7 euro della chiusura di ieri (di nuovo in calo, dello 0,3%). Quindi lo spazio per un prezzo interessante potrebbe essere trovato senza la necessità di arrivare ai record di queste ultime settimane.
E Ricucci (che dice di avere i titoli in carico proprio a 4 euro) potrebbe essere interessato.
Limmobiliarista romano ieri è stato convocato dalla Consob proprio per chiarire la sua posizione e le sue intenzioni. La Commissione non avrebbe gradito molto la virata con cui Ricucci, negli ultimi 8 giorni, ha prima negato di essere interessato a unOpa su Rcs, puntando solo alla creazione di valore per il suo gruppo, per poi dichiarare lesatto contrario in unintervista. Tutte affermazioni cosiddette price sensitive, sensibili al mercato, che hanno indotto la Commissione ad accendere un faro e a chiedere al primo azionista del Corriere di fare chiarezza soprattutto nei confronti del mercato.
Ed è per questo che già stamattina il gruppo Magiste emetterà una nota chiarificatrice dei punti sollevati dalla Commissione guidata da Lamberto Cardia. Obiettivi minimi della scalata di Ricucci, eventuali suoi alleati e altre condizioni verranno dunque svelate oggi.
Per quanto riguarda lipotesi smentita da Rcs, il 51% delle azioni, sul 58% complessivo detenuto dal patto fino alla sua scadenza del 2007, sarebbe stato fiduciariamente intestato a Marchetti, presidente della società nonché riconosciuta figura di garanzia dellequilibrio tra i soci, con la sola possibilità da parte sua di tenere o di vendere in blocco il pacchetto.
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