Secondo voi che cosa potrebbe essere mai un PALLAUDIO? Elementare, lo dice la parolaccia stessa: una palla di audio, nel senso che ti frega, ti inganna, ti fa credere una cosa mentre è unaltra. Trattasi di una delle mille e più di mille applicazioni, giochino, divertimento, in circuito sui telefoni cellulari, in particolare nel famoso iPhone. Anzi sarebbe la più «scaricata» delle ultime festività natalizie, anche perché gratuita, senza versamento di alcun centesimo o euro che siano.
Sembra che lidea che ha partorito la faccenda appartenga a quattro tipi, Sergio, Pietro, Marco e Francesco. Di che cosa sto scrivendo? Di un arcano che permette di aggiungere alla telefonata un sottofondo speciale, così da far credere allinterlocutore chiamato e ignaro, anche grullo, che tu, il chiamante, ti stia trovando nel bel mezzo di uno tsunami, oppure sugli spalti di uno stadio assistendo a una partita di football, o ancora in coda a Fiumicino o a Malpensa, mentre, invece, te ne stai spaparanzato sul divano di casa, o meglio, in dolce compagnia, o comunque non hai voglia di prolungare la conversazione e, infine, hai voglia semplicemente di prendere in giro lamico o lamica.
In tutto sono ventidue le sit-com, ventidue giochi di prestigio fonico, una colonna sonora ideale per un film virtuale. Si parte appunto dallaeroporto con le voci annesse, si procede salendo a bordo di un autobus, si passeggia in un bosco al mattino, con augelli canterini a far festa, si va al pub con brusio da repertorio, odi il martello pneumatico di un cantiere edile, quindi il rumore metallico della slot machine di un casinò, si ascolta il rumore di piatti, bicchieri, stoviglie di una cena al calduccio di casa, lo sferragliare di carrelli al supermercato, leco di una chiesa, gli strilli, gli applausi e i fischi di un concerto rock, una serie di mitragliate di guerra, dicono i creativi che sia guerra civile, poi il clangore di macchine industriali, il mugghio del mare,il tifo dello stadio, gli scrosci della pioggia evitata riparandosi sotto una pensilina, gli starnuti, il passaggio di barelle e di malati a un pronto soccorso, la confusione ordinata di un ristorante, la voce dellaltoparlante in una stazione ferroviaria, il casino del traffico cittadino, ancora tuoni, lampi e temporale, oppure il parlottio dello scompartimento di un treno in viaggio e, infine, una tromba daria fischiante.
Insomma larco costituzionale degli alibi e delle menzogne è completamente assicurato e coperto, da destra a sinistra, allunanimità, senza franchi tiratori. Basta saper scegliere il rumore di ambiente e il destinatario della fregatura telefonica. Potrebbe trattarsi della moglie, un classico dei mariti traditori, oppure della stessa amante da tenere a bada non soltanto con monili e mazzi di rose rosse; il telefono resta acceso, anzi è opportuno chiamare e informare delle condizioni in cui il poveruomo si è venuto a trovare. Ma, per restare tra vicende meno da Mario Merola, il rumore di fondo potrebbe rappresentare la soluzione migliore, più economica e diplomatica per rispedire al mittente lo scocciatore, il prolisso, quello che quando attacca non riattacca.
Di solito la frase di circostanza finora utilizzata, in assenza di Pallaudio, è la seguente: «Sono in riunione, ti richiamo tra due minuti». I minuti passano, la riunione è già sciolta da tempo, lo sciacquone è stato tirato, lamante se lè filata, la moglie freme e allora si potrebbe richiamare lignara o lignaro ma ormai il gioco è fatto.
Ora i quattro cavalieri della infinocchiata telefonica vengono in soccorso, hanno confezionato la carta che batte il banco, non cè Tom Ponzi che tenga a meno che, come pare, non circolino già gli antifurto, gli allarmi, i phone detector, i dispositivi che permettono al fregato di accorgersi da chi e da dove sia partito linganno.
Non cè pace, dovremmo cercarci unaltra applicazione, gratuita.
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