Alla Reggia di Venaria le lanterne magiche raccontano il cinema

Feste d’estate a corte, in una reggia di fantasmagorie e d’incanti. Cento giorni di grande musica, arte e svago nei variopinti saloni e nei giardini. Ma anche storia del variegato e fantasioso mondo di celluloide e delle sue fantastiche origini con la mostra «Le Macchine della Meraviglia. Lanterne magiche e film dipinto, 400 anni di cinema». La Venaria, a Torino, invita al piacere della cultura e dello svago. Il fascino barocco di una grande corte contemporanea ritrova nella bella stagione i concerti del Venaria Real Music, le feste, i giochi e il teatro delle Domeniche da Re, che si protrarrà per tutto agosto, l’incanto spettacolare della Fontana. Il percorso di visita del palazzo scandisce con i suoi capolavori il racconto di una storia antica riaccesa da intermezzi musicali e dalle voci del cinema di Peter Greenaway.
«Vieni a passeggiare in un’opera d’arte. Organizza la tua giornata a corte», recita l’ultimo slogan della Reggia che, rinata, si veste d’estate e apre saloni e giardini, scuderie e teatri in una grande festa di colori ed emozioni. Ma soprattutto di mostre di richiamo internazionale. Fino a settembre, «Gesù. Il corpo, il volto nell’arte». Allestita presso le Scuderie Juvarriane della reggia una grande mostra con capolavori, tra gli altri, di Mantegna, Correggio, Giorgione, Veronese, Tintoretto, Carracci, Guercino, Donatello, Rubens e Michelangelo. E ancora, la mostra permanente e percorso di visita «La Reggia di Venaria-Teatro di Architettura, Storia e Magnificenza». Poi, in crescendo uno degli appuntamenti più attesi, che ha già mandato in visibilio Parigi. «Le Macchine della Meraviglia. Lanterne magiche e film dipinto, 400 anni di cinema», inaugurata il 22 luglio e aperta fino al 7 novembre, nei piani alti da poco restaurati. Qui si ammireranno le più belle collezioni al mondo di vetri per lanterna magica, provenienti dal Museo nazionale del cinema di Torino, dalla Cinémathèque française di Parigi, i due enti ideatori dell’esposizione, e da altre collezioni anche private. Per oltre tre secoli ogni sorta di soggetto è stato illuminato dalla lanterna magica, il meraviglioso strumento ottico inventato nel 1659 dall’astronomo olandese Christiaan Huygens, che permise, per la prima volta nella storia dell’umanità, di proiettare su uno schermo immagini fisse e animate.
Un suggestivo racconto per immagini sulla lanterna magica e i suoi legami con il cinema e con l’arte d’avanguardia: accanto a rari vetri del ’700 e dell’800, sono presentati film di cineasti che hanno reso omaggio al progenitore della macchina cinematografica e alcune opere e installazioni di artisti contemporanei, come Anthony McCall, Ugo Nespolo e Bill Viola, che a esso si sono ispirati.
«La lanterna magica spaventava, stupiva, divertiva ma al contempo era anche un potente mezzo educativo e divulgativo. Le sue proiezioni luminose hanno influenzato i primi cineasti della storia del cinema, i fratelli Lumiére, Georges Méliès, Ferdinand Zecca e Segundo de Chomón - spiega Alberto Barbera, direttore del Museo del Cinema di Torino - per poi incantare autori classici come François Truffaut, Ingmar Bergman, Federico Fellini e rivivere nei fotogrammi dipinti del cinema sperimentale di ieri e di oggi, come è accaduto in Len Lye, Norman McLaren, Stan Brakhage, Luigi Veronesi, Cioni Carpi e altri ancora. Questa mostra fa sì che una reggia si riappropri del suo mondo fantastico, poiché le prime lanterne furono appannaggio dell'aristocrazia per poi diventare molto popolari nella borghesia e nel vasto pubblico, e ridà a Torino il grande primato di tornare a essere, come al tempo del grande cinema muto di Cabiria, di nuovo magica capitale estraniante del cinema e delle sue fantasmagorie».


«È un appuntamento che sottolinea come le grandi collaborazioni con le altre istituzioni culturali, in questo caso il Museo del cinema di Torino e realtà europee, quali la Cinémathèque française di Parigi, diano alla Reggia di Venaria quella giusta identità di grande soggetto internazionale delle arti, dello spettacolo e soprattutto della cultura, identificandola anche come uno dei maggiori e spettacolari contenitori di grandi eventi del Paese - aggiunge Alberto Vanelli, direttore del Consorzio di valorizzazione culturale “La Venaria Reale” -; la reggia rinata rappresenta anche un esempio di come un monumento e un territorio ricco di tradizioni e di storia possano declinarsi in modo illuminato diventando per una città come Torino un polo di grandissimo richiamo internazionale e sarà il polo di attrazione di tutti i festeggiamenti del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia».

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