Non a caso sulla targhetta dell’ufficio che, in Regione, si occuperà di immigrazione, comparirà la scritta: «Coesione sociale». «È l’unica arma vincente contro la criminalità clandestina» avverte l’assessore con delega alle politiche dell’immigrazione Enrico Vesco, Comunisti italiani. Altro che Centri di permanenza temporanea. La giunta di Claudio Burlando li boccerà, i Cpt. «Non ho motivo di dubitarne» dice Vesco. Il presidente, ieri si è rimesso alla giunta: «Decideremo tutti insieme, ne parlerò in particolare con Enrico Vesco che ha la delega all’immigrazione, Claudio Montaldo che ha la delega alla sicurezza e Massimiliano Costa che ha la delega alle politiche sociali».
Il documento congiunto lo ha preparato Vesco. Dice che sì, la Liguria deve aderire all’appello di demolirli, quei dannatissimi Cpt, e di non costruirne altri, a cominciare da quello ipotizzato a Savona. Lo aveva lanciato per primo il presidente della Puglia, Nichi Vendola, Rifondazione comunista. Lo hanno sottoscritto i governatori di Umbria, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Calabria, Abruzzo, Toscana, Lazio e Basilicata. A Burlando lo hanno recapitato 28 sigle fra associazioni e partiti, come Ds, Margherita, Sdi, Verdi, Prc e Comunisti Italiani. Lo invitano ad aderire, e a «varare, in tempi brevi, un percorso partecipato che porti al testo regionale sull’immigrazione e all’estensione del diritto di elettorato attivo e passivo per i migranti». Anche il senatore del Prc, Francesco Martone, si è unito al coro nei giorni scorsi: «Ci aspettiamo che anche Burlando dia una risposta civile in un Paese civile, dichiarando fin d’ora che nessun Cpt verrà costruito in Liguria e annunciando la sua intenzione di partecipare al Forum sui Cpt convocato per il prossimo 11 luglio a Bari».
È vero. Quelle strutture che accolgono gli immigrati irregolari in attesa di verificarne l’identità e in vista dell’espulsione le istituiva una legge del centrosinistra, la Turco-Napolitano, e li prevede la nuova normativa, la Bossi-Fini. «È vero, sì. Ma l’orientamento era creare centri di accoglienza, che invece si sono trasformati in centri di detenzione» dice Vesco. Quindi? «L’unica carta che possiamo giocare è quella della piena integrazione: C’è delinquenza dove c’è emarginazione sociale. Per questo dobbiamo far sì che gli immigrati abbiano pieno accesso ai nostri servizi, e sostituire la coesione sociale alla repressione».
Anche il consiglio regionale solleciterà Burlando a prendere posizione: il gruppo di An ha presentato una mozione urgente per invitarlo a realizzare un Cpt in Liguria «per fronteggiare adeguatamente l’emergenza immigrazione clandestina che, anche sulla base delle recenti dichiarazioni del ministro dell’Interno, costituisce un grave e crescente pericolo per la sicurezza dei cittadini». «Voglio sperare - pungola il capogruppo Gianni Plinio - che Burlando non si faccia condizionare dagli ultra comunisti che siedono in consiglio regionale: se così fosse dimostrerebbe di stare dalla parte di chi favorisce l’immigrazione clandestina che, anche a Genova e in Liguria, genera delinquenza e criminalità».
Tirato per la giacca, Burlando ha fatto sapere ieri che quella sul Cpt sarà una decisione corale della sua giunta. Vesco si è attivato immediatamente. Ha chiesto alla prefettura di Savona di informarlo sullo stato del progetto di Cpt. Poi ha fatto avere a tutti i colleghi il documento che porterà in giunta: «È l’adesione all’appello di Vendola, nessuno mi ha inviato osservazioni. Forse andrà limato, ma non ho motivi per credere che verrà bocciato». Si vedrà lunedì, che «venerdì è festa e anche noi spezzini in giunta ci rimettiamo al Santo genovese».
Del resto ciò che pensa Burlando non è un segreto. Se già nel suo programma elettorale stava scritto che «È nostro dovere attuare politiche di integrazione e di accoglienza, ricordandoci che anche i liguri sono stati un popolo di emigranti», in un’intervista al giornale on line Il Passaporto, il presidente ha chiarito quale sia il suo sentire in merito. Quanto ai Cpt: «Nella nostra regione, causa la sua collocazione geografica, il problema riveste carattere di minore urgenza rispetto ad altre, quali la Sicilia». E poi c’è la questione diritti: «Migranti e Diritti è un binomio semplice, eppure l’immigrazione è considerata spesso un problema di ordine pubblico e non un punto sul quale si gioca la natura democratica di un Paese». Tanto più che «i migranti sono una risorsa preziosa» soprattutto in Liguria, «che ha la più alta percentuale di anziani e la più bassa percentuale di figli».
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