La Regione: «Ieri in piazza Fontana infangata la memoria delle vittime»

DOLORE Il presidente: «Ho visto lo sgomento e la tristezza infinita sui volti dei famigliari

«Un episodio di teppismo politico molto grave. Trovo disdicevole che alcuni esponenti del Pd abbiano sostenuto che bisognava aprire la piazza. Ma a chi dovevamo aprirla, a quella manifestazione che è nata contro la manifestazione ufficiale che da 40 anni ricorda le vittime della strage?». Il giorno dopo le contestazioni per il quarantesimo anniversario della strage di piazza Fontana, il governatore della Lombardia Roberto Formigoni fa un primo bilancio di quello che è accaduto ieri. Ripensa ai fischi che hanno interrotto i suoi interventi così come quelli degli altri rappresentanti delle istituzioni milanesi e dei familiari delle vittime. «Ho visto il loro sgomento e la loro tristezza infinita perché non è stata rispettata la memoria».
Proprio così, il ricordo di quella strage sabato è finito a calci e botte. Con i ragazzi dei centri sociali che hanno tentato più volte di sfondare le transenne per entrare in piazza Fontana chiusa per la prima volta nelle manifestazioni del 12 dicembre, al loro corteo, quello dei movimenti di sinistra e anarchici. Con due agenti delle forze dell’ordine feriti lievemente e altri tre manifestanti contusi.
Ma l’amarezza più grande è stata quella dei parenti di quei diciassette morti che persero la vita nell’esplosione, interrotti, fischiati anche loro durante gli interventi per la commemorazione ufficiale. «Condivido il dissenso, ma manifestazioni così non le ho mai viste - aveva detto sabato il sindaco di Bresso, nonché sopravvissuto all’attentato del 1969 -. Ma interrompere anche gli interventi dei familiari, questa è una barbarie». E la condanna di una protesta che non ha tenuto conto della sofferenza e del ricordo, è stata unanime. «Capisco il dolore delle vittime», aveva detto il sindaco Moratti al termine della manifestazione. Lo ha ripetuto anche ieri mattina alla messa per gli alpini in Duomo. «Oggi (ieri, ndr) è una giornata bellissima, piena di gente capace di unirsi per soccorrere chi ha bisogno. Ieri era una piazza diversa». Di quel sentimento di condivisione del dolore non c’era nulla. A niente era servito il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che aveva invitato i cittadini a continuare nella ricerca della verità, esprimendo tutta la propria ammirazione e solidarietà alla loro sofferenza. «I fischi ci sono sempre stati - ha aggiunto la Moratti -. Mi auguro che ci possa essere sempre più partecipazione da parte di tutti i cittadini».
Ma sono le dichiarazioni di Formigoni a suscitare le reazioni dell’opposizione. «Formigoni taccia: disdicevole è il suo modo di usare la giornata di ieri contro il Pd», ribatte il capogruppo del Pd in consiglio comunale Pierfrancesco Majorino. «È evidente che con i fischi che abbiamo condannato, noi non c’entriamo nulla». Mentre il vicepresidente del consiglio regionale Marco Cipriano accusa il governatore di aver «aizzato i provocatori» invece di mantenere un «atteggiamento istituzionale che non reagisce alle provocazioni come hanno fatto il sindaco Moratti e il presidente della Provincia Podestà».


Le dichiarazioni del consigliere Cipriano sono «vergognose» ribatte Formigoni, fa suo il linguaggio e le argomentazioni della sinistra extra parlamentare dal ’68 ad oggi. «Tentar di rigirare la frittata come fa Cipriano è francamente penoso - conclude il governatore -. Il minoritarismo politico e il rischio dell’insignificanza giocano brutti scherzi a personaggi come lui».

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