Un caso «grave» di spionaggio economico, in grado di «mettere a rischio le attività dellimpresa». Così il ministro francese dellIndustria Eric Besson ha definito la notizia-choc riguardante la casa automobilistica Renault, che ha sospeso con effetto immediato tre dirigenti sospettati di aver diffuso allesterno a partire dalla scorsa estate (non è ancora ben chiaro chi fossero i destinatari) informazioni riservate su un progetto dellazienda relativo allauto elettrica. Un settore strategico suscettibile di importanti sviluppi nel prossimo futuro e nel quale la casa francese, insieme col suo partner Nissan, ha già investito la ragguardevole cifra di 4 miliardi di euro.
I tre dirigenti allontanati occupavano posizioni di primo piano particolarmente strategiche e secondo lazienda hanno agito con la piena di consapevolezza del danno che avrebbero arrecato a Renault. Secondo i media francesi, uno dei tre fa parte del team di 30 direttori che rispondono direttamente al presidente di Renault, Carlos Ghosn. Diverse fonti ne fanno anche il nome: si tratterebbe di Michel Balthazard, responsabile della divisione «primo stadio, progetti e prestazioni», nellazienda da trentanni. Con lui sono stati incriminati e licenziati un suo subordinato e un quadro di unaltra divisione strategica, quella che si occupa di «piani, prodotti e programmi». Tutti personaggi legati allo strategico progetto dellauto elettrica.
I media francesi sottolineano il fatto inedito che i tre dirigenti sono stati licenziati nello stesso giorno, il che porta a ritenere che stessero agendo di comune accordo. Rimane da capire chi fossero i beneficiari di quello che potrebbe rivelarsi essere un sistema organizzato per rivendere informazioni strategiche allesterno di Renault. Due le piste considerate credibili: un concorrente o un fornitore interessato a conoscere il reale stato di avanzamento della Renault-Nissan nello sviluppo di una propria batteria elettrica, elemento strategico nel settore dellauto elettrica; oppure un soggetto alla ricerca di informazioni sul motore elettrico attualmente in fase di sviluppo.
I fatti, come si diceva allinizio, risalgono alla scorsa estate, quando i primi sospetti sulla condotta di alcuni dirigenti portarono allo svolgimento di unindagine interna che è sfociata nella clamorosa decisione presa allinizio di questa settimana. Che è poi quella di un provvedimento conservativo, ossia dellallontanamento di un dipendente che rappresenta un rischio per il buon funzionamento dellazienda, in attesa di applicare una sanzione disciplinare. Renault ha annunciato che sporgerà «inevitabilmente» denuncia per spionaggio industriale.
Il segretario di Stato al commercio estero francese, Pierre Lellouche, ha chiesto di accelerare la riflessione su una legge di protezione del segreto industriale. Lobiettivo sarebbe quello di offrire un quadro giuridico semplice per permettere, in caso di violazione, azioni legali sia dal punto di vista civile che penale. Il gruppo Renault ha intanto istituito una commissione di inchiesta presieduta dal comitato deontologico dellazienda: una procedura, ha spiegato il direttore degli affari legali, «molto rigorosa che garantisce il rispetto dei diritti e dei principi etici. La procedura va avanti, ma Renault non ritiene di dover commentare ora».
Per comprendere quanto sia importante la segretezza nellambito dellindustria dellauto, basta ricordare che nel 2009 Renault e la sua concorrente Psa-Peugeot-Citroën sono state le due principali depositatrici di brevetti in Francia: solo nellambito dellauto elettrica, che è in pieno sviluppo e promette di essere il settore guida del prossimo futuro, Renault ne ha depositati da allora più di 200.
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