"Resta soltanto se utile" Cassano ha iniziato ad allontanarsi dal Milan

Lo rivela il suo procuratore e ora dovrà parlare con Allegri. È giallo tra la Lazio e Marchetti, che potrebbe finire in rossonero

"Resta soltanto se utile" 
Cassano ha iniziato 
ad allontanarsi dal Milan

«Cassano resta al Milan se utile». Comincia così la marcia, lenta, molto lenta, d’allontanamento di Cassano dal Milan e dalla concorrenza rossonera che sembra spaventare oltre misura il pibe di Bari. La frase di Beppe Bozzo, l’astuto agente del talento pugliese, può addirittura passare inosservata se non rappresentasse invece un salto in avanti rispetto alle granitiche assicurazioni elaborate nei giorni successivi alla conquista dello scudetto numero 18. L’utilità di Cassano alla causa milanista non può stabilirla l’interessato, non può stabilirla Galliani che prende puntualmente le distanze dalle dispute tecniche, perciò diventa Massimiliano Allegri, il tecnico già protagonista di altre, delicate ma coraggiose scelte (Ronaldinho nel primo semestre, Pirlo nel secondo semestre). L’utilità è dunque una verifica che Cassano intende realizzare nei primi giorni successivi al raduno del 12 luglio, al culmine di un colloquio chiarificatore con l’allenatore livornese, la cui risposta non può che essere la stessa offerta a Seedorf e compagnia («non posso promettere a nessuno il posto fisso»). In queste ore Cassano, più che il suo procuratore Bozzo, subisce l’influsso negativo dei titoli dei giornali: sfoglia i quotidiani, legge titoli e articolesse dedicate al giovanissimo egiziano, lo vede magari bello magro, presentato favorevolmente al grande pubblico e immagina i propri tormenti a Milanello dove può contare sull’arrivo del suo preparatore, però smistato alla primavera per lasciare campo libero a Daniele Tognaccini e sul sostegno di uno sponsor molto influente, Zlatan Ibrahimovic che stravede per lui. Il vero ostacolo per Cassano è costituito dallo stipendio di Antonio (2,7 milioni di euro, netti l’anno per 3 stagioni, pari a un totale di oltre 15 milioni più il cartellino da pagare al Milan) e dai piani della Fiorentina. Corvino, prima di liberare la casella per Cassano, deve vendere Mutu e Gilardino. Non solo. Poi vorrebbe rifilare al Milan come parziale contropartita Montolivo, che non è gradito, per caratteristiche, ai rossoneri. Di qui la lenta, molto lenta, marcia di allontanamento di Cassano che potrebbe anche restare a Milanello fino a gennaio, prima di chiedere di traslocare. A Napoli l’operazione è impraticabile perché il presidente De Laurentiis è contrario e perché Mazzarri (a dispetto di una recente telefonata di solidarietà) non stravede per Antonio: giudizio rivedibile solo nel caso di partenza di Lavezzi.

C’è un altro negoziato che provoca l’intreccio dei destini del Milan con quelli di Cagliari e Lazio ed è rappresentato da Marchetti, portiere che ha concordato con Cellino una clausola rescissoria a 5,2 milioni di euro (pagamento in tre anni, prima rata ad ottobre). Marchetti e il suo agente hanno stretto la mano a Lotito che però non è in grado di chiudere definitivamente l’affare (basta un fax a Cagliari con l’esercizio della clausola) a causa del rifiuto da parte di Muslera di trasferirsi al Galatasaray liberando il posto, oltre che lo stipendio. Il presidente laziale, tanto per cambiare, vorrebbe mandare il portiere uruguagio in tribuna sfidando regolamenti e precedenti (caso Pandev) e il suo temporeggiare consente al presidente cagliaritano di mettere a punto un’altra trama.

E cioè proporre Marchetti al Milan (in cambio di Amelia appena riscattato dal Genoa) nel giro del complicato riscatto di Astori, il difensore di scuola milanista. Sull’argomento Galliani è determinato: niente sconti, specie poi a quelle società che piangono miseria durante il mercato e durante gli altri mesi prendono d’assalto i diritti tv destinati ai club metropolitani.

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