Il restauro del Colosseo ora finisce in tribunale

Diego Della Valle ha messo a disposizione 25 milioni di euro per il restauro del monumento. Ma Uil e Pd accusano l'imprenditore di aver condizionato l’accordo all’utilizzo commerciale dell’immagine del Colosseo. Esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti 

Il restauro del Colosseo 
ora finisce in tribunale

Una volta il problema era trovarli. Adesso non glieli vogliono far spendere. I soldi per restaurare il Colosseo, Diego Della Valle il patron di Tod’s li ha messi sul tavolo del Comune di Roma un anno fa: 25 milioni di euro, mica bruscoletti, per il restauro del Colosseo. Oggi che l’accordo per utilizzarli è finalmente chiuso, è tutti contro tutti. Di qua l’imprenditore, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il ministero dei Beni culturali. Di là, sul Fatto quotidiano, loro, Uil in primis e Pd a seguire, ad accusare Della Valle di aver condizionato l’accordo all’utilizzo commerciale dell’immagine del Colosseo per la sola Tod’s per 15 anni, con buona pace della Volkswagen che si sarebbe vista sospendere la possibilità di usare il monumento.

Ergo: la Uil ha presentato un esposto a Procura della Repubblica e Corte dei Conti.

«Ci stupiamo dello stupore», ha risposto la Tod’s col tono di chi dice: 25 milioni pensavate ve li regalassimo? «Il Fatto fa la guerra a un’azienda italiana colpevole di aver compreso che era strategico e redditizio legare in modo esclusivo il proprio nome al restauro di una delle 7 meraviglie del mondo» annota Francesco Giro sottosegretario ai Beni culturali. «Tutto è stato fatto nella massima trasparenza» s’indigna Alemanno. La parola alle carte. Bollate.

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