Retromarcia del Comune sulla Maglianella

Rita Smordoni

Fuga precipitosa del Comune dalla Maglianella. «Noi? Ma quando mai? - dice sardonico Claudio Minelli -. Noi non abbiamo mai pensato di mandare nessuno al convento dei Padri Irlandesi. Vi siete sbagliati tutti». Così ieri pomeriggio l’assessore alle politiche della casa si è rivolto ai manifestanti, oltre 500 persone, che affollavano l’intera piazza del Campidoglio. Minelli, dietro la maschera di sicurezza, non riesce però a nascondere la stizza e l’irritazione. Inutile negarlo. La manifestazione dei comitati di quartiere contro il trasferimento nel XVIII municipio di circa duemila extracomunitari dall’inferno del Residence Roma ha completamente spiazzato il Comune. Sotto la statua di Marc’Aurelio ci sono i residenti della Maglianella, i comitati di quartiere di Mazzalupo, Casalotti, Monte Spaccato, Bravetta nel XVI, e parecchi residenti della Giustiniana nel XX. Dalla sola Maglianella sono arrivati sette pullman, parecchi abitanti con mezzi propri. Tanti gli striscioni contro Veltroni. A raccogliere la protesta molti esponenti della CdL, fra cui il ministro alle politiche agricole Gianni Alemanno, il presidente del XVIII municipio Vincenzo Fratta, l’europarlamentare Antonio Tajani. I residenti della Maglianella da tre settimane si alternano giorno e notte su un camper davanti al convento irlandese. Pronti a mobilitare il quartiere. Il piano del Comune è noto nei dettagli, il consiglio del XVIII municipio ha votato una mozione per dire no. Il convento, su cui c’è un’opzione d’acquisto di una società, se ristrutturato potrebbe ospitare tremila persone. «Ma la zona non è in grado di assorbire tutta questa gente, molta per di più di dubbia fama. - denuncia un portavoce dei comitati, Alessandro Cardinali -. Il valore degli immobili sta precipitando. Le aziende rischiano di chiudere». I comitati di quartiere chiedono a Veltroni di tornare sui suoi passi: «Il convento è vincolato a uso religioso - spiega Paolo Quarta -. La società interessata però conta di ristrutturarlo e portarlo a 85mila mc di residenziale con un accordo di programma. Veltroni non deve firmare questo accordo». Un messaggio chiaro, senza equivoci. Ed ecco spuntare Minelli: ma quando mai, dice. Insomma, abbiamo scherzato tutti. Si forma una delegazione degli abitanti, che insieme ad Alemanno, Tajani e agli altri esponenti della CdL si riunisce nella Sala Carroccio. «È già pronta una delibera, andrà in giunta la prossima settimana - giura Minelli - con la quale il Residence Roma diventerà un normale edificio abitativo. Con i soldi che il proprietario darà in cambio al Comune troveremo casa alle famiglie in assistenza alloggiativa. Gli altri finiranno sparsi in tutti i quartieri. Nessuno andrà alla Maglianella, che resterà ai Padri Irlandesi». Una soluzione pasticciata, che convince poco. «Abbiamo vinto la battaglia della Maglianella - afferma Alemanno - grazie alla mobilitazione popolare.

Ma il Comune deve smetterla di trattare la gente come sacchi di patate, da trasferire da un capo all’altro del mondo». «Il Comune - dice Sergio Marchi di An - deve concordare con i municipi le aree adatte a ospitare gli sfollati».

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