«Ricariche? È la tassa che va abolita»

da Milano

«Sulle ricariche sta accadendo esattamente quello che avevo previsto», osserva con disappunto Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori liberali e deputato di Forza Italia.
E cioè?
«Stanno aumentando le tariffe, gli operatori reagiscono a una manovra tutt’altro che liberalizzatrice».
E che cos’è allora?
«Dirigistica, chaveziana. Bersani è intervenuto per legge su un elemento di ricavo delle aziende, per giunta scavalcando le Autorità. E non ha minimamente pensato alle ragioni che hanno provocato la cosiddetta “bolla delle ricariche”».
Che cosa l’ha provocata?
«La tassa di concessione governativa, che grava sugli abbonamenti. Nata sostanzialmente come tassa sul lusso, nel 1993, oggi ha solo l’effetto di non rendere conveniente l’abbonamento rispetto al sistema a ricarica, che infatti si è conquistato il 92% del mercato».
Quindi lei dice: abolendo la tassa si abbasserebbero i costi degli abbonamenti, che tornerebbero a essere competitivi rispetto alle ricariche...
«Converrebbe alle aziende - perché l’abbonamento fidelizza il cliente - e ai consumatori, in quanto avrebbero nuove alternative. Finora tutti ricaricano per evitare la tassa. Ebbene: la tassa va abolita al più presto. In questo senso ho presentato un ordine del giorno, che è stato votato quasi all’unanimità, e ho sottoscritto un disegno di legge, che spero sia discusso al più presto».
Torniamo alle ricariche. Tutti i gestori le hanno abolite, ma non tutti hanno aumentato i prezzi...
«Cancellare, ope legis, una voce di ricavo è ovvio che mette un’azienda nelle condizioni di ritrovare quel denaro. Sarebbe sciocco pensare che ciò non avvenga. Ma in questo senso più penalizzate sono le società che hanno dimensioni inferiori - Wind e “3” - perché Tim e Vodafone, dalle spalle più larghe, hanno effetti attutiti. Wind aveva raggiunto da poco margini operativi positivi... Tutto questo ha, dunque, anche un effetto perverso sulla concorrenza».
Quindi si tratta di una liberalizzazione distorsiva del mercato...
«È una finta liberalizzazione. Non si può tagliare d’imperio il fatturato di un’azienda del 10-15% e pensare che non accada nulla. Anzi, mi aspetto esiti perversi anche sul fronte delle banche».
E cioè?
«Per esempio, l’aver cancellato la penale per l’estinzione anticipata del mutuo porterà a una crescita dei tassi. Vede...»
Mi dica...


«Da liberista sono pronto alla sfida di Bersani, a battermi per un autentico rilancio delle liberalizzazioni. Ma questo intervento violenta il mercato. A meno che Bersani non pensi di fissare per legge anche le tariffe dei cellulari...!».

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