"Ridiamo un centro ai responsabili"

"Ridiamo un centro ai responsabili"

L o scollamento fra la condizione reale del Paese e la dialettica conflittuale fra le forze politiche che lo governano è di un’evidenza ogni giorno più drammatica. Questo determina la paralisi dell’azione dell’esecutivo proprio in un momento così grave dal punto di vista dell’economia, del lavoro, della sicurezza, dei grandi processi internazionali. Gli indicatori economici non consentono dubbi: la crescita è a zero, i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese sono diminuiti, la produzione industriale è in calo, la lieve flessione della disoccupazione si spiega semplicemente con l’aumento di coloro che rinunciano a cercare un lavoro. La sicurezza dei cittadini non è sotto controllo come dimostrano i frequenti gravi casi di cronaca. L’isolamento internazionale dell’Italia si aggrava per colpa di un esecutivo non credibile e incoerente, che alterna sfide insostenibili all’Europa a gesti di condiscendenza altrettanto insostenibili. Le tre anime di questo governo, quella di destra della Lega, quella della sinistra pauperista e giustizialista dei Cinque Stelle e quella tecnocratica del premier Conte e di alcuni ministri, sono impegnate in una continua lite che ne conferma l’incompatibilità di valori e di programmi. Assistiamo ad una campagna elettorale permanente sulla pelle delle istituzioni e - ciò che più conta - degli italiani. Vengono annunciati provvedimenti contraddittori, che non riescono ad avere seguito. L’opinione pubblica è disorientata, lacerata e divisa. Si coglie un preoccupante clima di tensione o addirittura di odio che viene alimentato dall’uso irresponsabile delle parole, da tutte le parti, compreso il Partito democratico, che conduce un’opposizione tanto gridata quando inconcludente e priva di prospettive, che non siano quelle di un’inquietante alleanza con i Cinque Stelle. Di fronte a tutto questo, le dimissioni immediate del governo e le elezioni anticipate il più presto possibile sarebbero l’unica scelta responsabile, per ricostruire alle elezioni un centrodestra unito e vero, in grado di riprendere in mano il Paese e farlo uscire da questa difficilissima situazione. Fino a quando questo non avverrà, la situazione dell’Italia è destinata ad aggravarsi ancora. In questa situazione, sento il dovere di rivolgermi ancora una volta con un estremo appello all’Italia responsabile, seria, costruttiva, quell’ «altra Italia», l’Italia vera, che oggi è pressoché priva di una rappresentanza politica, perché non va a votare o disperde il suo voto. Un’Italia che dalla politica si aspetta equilibrio, saggezza, esperienza, competenza, spirito di servizio e non protagonismo. L’Italia che lavora e che apprezza chi sa lavorare. L’Italia che non confonde umanità con buonismo né rigore con cinismo. Sono convinto che siano tanti i liberali, i cattolici, i riformatori, gli italiani di buonsenso e di buona volontà, che sentono come me questo profondo disagio per la politica di oggi e che condividono questa profonda preoccupazione per il futuro del Paese. Avendo avuto il privilegio di guidare il mio Paese per quasi dieci anni, e di rappresentarlo oggi in Europa, sento il dovere di mettere a disposizione la mia esperienza, la mia competenza, le mie capacità di imprenditore e di uomo di Stato per chiamare a raccolta gli italiani che non si riconoscono in questa situazione. Forza Italia sta seguendo da tempo un percorso di rinnovamento importante per svolgere nel migliore dei modi questo ruolo. Tale percorso deve andare avanti, e io lo sostengo con convinzione, ma credo, sono convinto della necessità di fare qualcosa di più. Credo sia giunto il momento di chiamare a raccolta tutti i soggetti, i singoli cittadini che fanno parte di questa «altra Italia», le realtà organizzate, le forze politiche, gli amministratori locali, le associazioni, le realtà civiche che avvertono questo vuoto. Non si tratta di fondare un nuovo partito, ma di creare una federazione fra i soggetti che pensano a un nuovo centro moderato ma innovativo, nettamente alternativo alla sinistra, saldamente ancorato alle idee e ai valori liberali e cristiani, alla tradizione democratica e garantista della civiltà occidentale, in prospettiva alleato ma non subordinato alle altre forze del centro-destra.

Di quest’area politica Forza Italia è parte costituente essenziale, ma non intende assumere alcun ruolo egemonico: al contrario, si mette al servizio di un progetto più ampio, per coinvolgere in una nuova politica concreta, l’Italia migliore.

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