Cultura e Spettacoli

Ridley Scott inventa il socialfilm: tutti diventano registi grazie a YouTube

Chiunque potrà contribuire con le proprie
immagini al progetto «Life in a day»: il 24 luglio
saranno registrati e raccolti videoclip da ogni
parte del mondo per creare un documentario
da festival

Matteo Sacchi
Il cinema d'autore ai tempi di Youtube è fatto di schegge raccolte sulla rete, di frammenti di esistenza accostati gli uni agli altri. Almeno è quello che pensano due pesi massimi della regia come Ridley Scott (dai Duellanti a Robin Hood passando per Alien e Blade Runner) e Kevin Macdonald (L'ultimo Re di Scozia e State of Play). Hanno, infatti, deciso, in collaborazione con YouTube di assemblare il primo documentario «patchwork» che racconti un giorno di vita del pianeta Terra, a partire da spezzoni filmati e messi on line da migliaia di dilettanti, armati di telecamera digitale.
Ecco il piano che Scott e McDonald hanno elaborato. Si gira tutto il 24 luglio 2010. E il set è il mondo: gli appartenenti al sito di video sharing che partecipano al «gioco» impugnano una telecamera digitale e filmano. Cosa? Quello che hanno attorno, quello che gli capita, la loro normalità, i disastri e le fortune di una singola irripetibile giornata. Dopo chi crede di aver catturato qualcosa, quel misterioso quid che separa la testimonianza dalla banalità, carica, sempre in giornata, le immagini all'indirizzo www.youtube.com/lifeinaday.
A quel punto entrerà in gioco Kevin Macdonald che si occuperà della direzione del film, il cui titolo sarà appunto Life in a day, montando nel lungometraggio documentario gli spezzoni più avvincenti e significativi. Ridley Scott sarà invece il produttore esecutivo (partecipa all'iniziativa con la sua casa di produzione Scott Free Productions). Le registrazioni che entreranno a far parte della pellicola finale permetteranno ai rispettivi autori di figurare come co-registi (mica male). E venti fra gli ideatori dei vari contributi saranno anche invitati all'anteprima mondiale del film, al Sundance Film Festival del gennaio 2011. Per Macdonald se il progetto andrà a buon fine il risultato sarà: «una capsula temporale che permetterà alle generazioni future di scoprire come si viveva il 24 luglio 2010. Si tratta di un esperimento unico di social film-making». Insomma un'opera collettiva che sarebbe stata impossibile prima dell'avvento del web e che arriva quasi a contaminare lo spazio del cinema con quello dell'arte contemporanea. Da un po', infatti, artisti come Boltanski (famosi i suoi video in cui legge i nomi delle persone viventi in un dato luogo e in un dato giorno) lavorano sul tema del preservare la memoria dei singoli attraverso le immagini. Del resto Life in a Day è l'ultima di una serie d'iniziative di YouTube volte a ampliare e fondere gli orizzonti di musica, arte e video making. La YouTube Symphony Orchestra e la nuova collaborazione tra YouTube Play e il Guggenheim sono esempi della convergenza tra video online e arti tradizionali. Il cinema era nell'aria.

Quei destini incrociati che registi come Alejandro González Iñárritu hanno provato a ricostruire, attraverso opere di fiction, in film come Babel, vengono adesso assemblati dal vero dal duo MacDonald-Scott.

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