Roma«In vacanza? Scherza? Non avrei mai pensato di venire qui a faticare così tanto!». E nonostante l’esuberante ottimismo di marca tipicamente yankee, Ron Moss si asciuga il sudore. Esausto. Inutile negarlo: la star della nuova edizione di Ballando con le stelle - lo show danzerino che a da oggi alle 21.10 Milly Carlucci riproporrà per altre dieci puntate su Raiuno- è proprio lui. Il popolare divo tv, noto ai fan adoratori di Beautiful come Ridge Forrester; e ai detrattori dell’intramontabile soap (ventitrè anni d’ininterrotta programmazione: Moss non s’è perso una puntata) come più prosaico «mascellone». Accanto a lui -anche se solo nella prima puntata, nei panni del «ballerino per un giorno» (che si esibirà cioè una sola volta, pur essendo digiuno di ballo e con appena due ore di preparazione)- il leggendario velocista Carl Lewis, nove volte campione olimpico, otto campione del mondo. «Insomma, davvero un bel cast - commenta radiosa Milly, che il direttore di Raiuno Mauro Mazza ha definito “un generale” -. Perfetto per cominciare col piede giusto quest’ennesima avventura danzante».
Oltre a Ron Moss, a sfidarsi sulla pista dell'auditorium Rai (scenograficamente tornata ai fasti necessariamente kitch delle prime edizioni: specchi appannati, velluti rossi e stucchi dorati) incroceranno pasos dobles e caschè tangheri grazie all’orchestra di Paolo Belli anche gli attori Lorenzo Crespi, Stefano Masciolini e Raz Degan; le attrici Barbara De Rossi, Cecilia Capriotti, Benedetta Valanzano e Veronica Olivier; gli schermidori e campioni olimpici Stefano Pantano e Margherita Granbassi; il comico Maurizio Battista; la giornalista Maria Concetta Mattei. Anche se, per ora, telecamere e curiosità giornalistiche sono tutte per «mascellone».
«Se qualcuno pensa che sia venuto qui per prendermi una vacanza da Beautiful, visto che è dal 1987 che non l'abbandono, sbaglia di grosso - sospira lui -. La fatica che facciamo in Ballando è enorme. Mi sento come un uomo torturato. Aspetti positivi? Beh: non mi era mai successo di essere così consapevole del mio corpo. La mia posizione preferita nel ballo? Quella distesa. Quando riesco a dormire». Non ha mai mosso un solo passo di danza in tutta la vita, giura; «ma per fortuna qui ho una maestra come Sara Di Vaira, tanto paziente da sopportare tutto, del proprio allievo; sudore compreso». Senso del ritmo e conoscenza musicale, invece, gli derivano dagli anni in cui, già famoso come Ridge, suonava nella propria band: «Si chiamava “The Player”, e con i miei colleghi abbiamo inciso parecchi dischi, arrivando anche in cima alla hit statunitense. Solo che un conto è fare musica. Un conto subirla». Del resto anche i suoi nuovi colleghi, un po’ per scaramanzia un po’ per senso dei propri limiti, dopo quattordici giorni di allenamento in sala prove giocano al ribasso. Battista: «Io sono la dimostrazione che anche le statue possono ballare». De Rossi: «Per ora imparo solo i passaggi obbligatori dei novellini della danza: vesciche ai piedi, storte alle caviglie...». Pantano: «In sala prove ho ritrovato molti dolori che già conoscevo da sportivo. Ma con la maggior parte dovevo ancora fare amicizia». Granbassi: «Anch’io sono abituata a soffrire, e così stringo i denti. Già mi chiamano “Varenne”, perché mi muovo come un cavallo». La più estranea all'ambiente, tuttosommato, sembra la giornalista del Tg2, Maria Concetta Mattei. «Passare dalla scrivania del telegiornale alla pista dell’auditorium, in effetti, sembra piuttosto azzardato. All’inizio mi sono detta: va bene, sarà come fare tre mesi di vacanza. Non avevo fatto i conti con la serietà di un gioco che, oltre che divertente, è anche maledettamente impegnativo».
Unico neo: l’assenza del già annunciato Pelè, inedito «ballerino per un giorno». «Domenica scorsa sembrava tutto a posto - spiega la Carlucci -. Col mito del calcio mondiale avevamo chiuso il contratto, e lunedì l’avevamo annunciato. Ma mercoledì ci è arrivata una mail in cui Pelè si scusava di non poter essere dei nostri “a causa di gravissimi motivi familiari”. Non abbiamo indagato oltre, naturalmente: da un professionista simile non ci aspettiamo colpi bassi. E dunque non abbiamo perso la speranza di recuperarlo più in là».
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