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Rignano, il pm chiede cinque rinvii a giudizio

Le tre maestre, lo sceneggiatore tv e la bidella: per loro il pm Mansi e il procuratore De Ficchy hanno chiesto il processo per i presunti abusi sessuali sui 21 bimbi della materna

Rignano, il pm chiede cinque rinvii a giudizio

Tivoli - Le tre maestre, lo sceneggiatore e la bidella. Sono le cinque persone che il pm vorrebbe processare per la storia di presunti abusi sessuali su 21 bambini della scuola materna id Rignano Flaminio. La procura di Tivoli ha chiesto il rinvio a giudizio dei cinque indagati coinvolti nell’inchiesta sui presunti abusi nella scuola materna Olga Rovere. A rischiare il processo sono le maestre Silvana Magalotti, Maria Pucci e Patrizia Del Meglio, il marito di quest’ultima, lo sceneggiatore tv Gianfranco Scancarello, e la bidella Cristina Lunerti. Gli accertamenti sulla materna Olga Rovere sono iniziati nel 2006, con una una mamma che notò "strani" comportamenti nella figlia.

Le accuse L’atto è stato firmato dal pm Marco Mansi e dal procuratore capo di Tivoli, Luigi De Ficchy. Diversi i reati ipotizzati dal pm e dal procuratore a seconda delle posizioni: atti osceni, maltrattamenti verso minori, sottrazione di persona incapace, sequestro di persona, violenza sessuale aggravata dalla minore età delle vittime, corruzione di minori, atti contrari alla pubblica decenza. Dei cinque indagati, solo nei confronti della Lunerti la procura aveva inizialmente chiesto l’archiviazione. Il gip Elvira Tamburelli, però, non si era detta d’accordo e aveva imposto al magistrato l’imputazione coatta.

Prosciolti Sono da tempo finite in archivio, nonostante l’opposizione delle difese di alcuni genitori, le posizioni di altri due indagati, il cingalese Kelum Weramuni Da Silva e la maestra Assunta Pisani. Quest’ultima fu l’unica tra gli indagati a non essere arrestata. Dopo il carcere che era stato disposto il 24 aprile del 2007, dopo pochi giorni, il 10 maggio 2007, il tribunale del riesame annullò gli ordini di custodia cautelare con un provvedimento che demolisce le ipotesi dell’accusa. "Indizi insufficienti e anche contraddittori", scrissero poi i magistrati. Un giudizio duro, poi confermato in Cassazione. E la Suprema corte aggiunse che i bimbi potrebbero essere stati manipolati dagli adulti. "Interrogati con domande inducenti" osservarono gli ermellini, i piccoli "tendono a conformarsi alle aspettative dell’interlocutore".

L'incidente probatorio Le scarcerazioni non hanno però decretato la fine dell’inchiesta. Soprattutto, non bastano a placare le angosce e i dubbi dei genitori, tanto che, su 24 bimbi, venti vengono iscritti all’asilo di un altro paese, Calcata. Nel frattempo la procura inizia a cercare nuovi indizi attraverso l’incidente probatorio disposto dal gip Elvira Tamburelli. Nelle udienze, che si protraggono per mesi, oltre venti bimbi, tra i 4 e i 5 anni, raccontano del "gioco della patatina, con un peluche facevano fare il solletico alla patatina"; della "bua ai bambini", delle "cose brutte" che avvenivano in un "castello cattivissimo". "C’era una strega che si chiamava Patrizia, stava in un castello. Il castello era nero e ci andavamo con la macchina. La macchina era di Marisa, un’altra strega". Un maschietto: "Le bidelle Cristina e Patrizia facevano i giochi brutti, bruttissimi; mi picchiavano, mi facevano le punture sul pisellino e sul sedere, facevano il gioco della sedia". Le accuse sarebbero basate sugli elementi emersi da questi racconti.

Punti oscuri Gli unici su cui gli inquirenti possono contare, perché le analisi del dna effettuate sugli oggetti sequestrati nelle case delle maestre hanno dato esito negativo. È un punto per la difesa (non è il solo, poiché alcune testimonianze danno ragione agli indagati e altre sono contraddittorie) pronta ormai a dare battaglia in aula.

La individuazione di un casale e la descrizione di una stanza dove si sarebbero svolti alcuni incontri, sono un ulteriore tassello del quadro.

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