«Ma il Risorgimento fu un bene anche se arrivò con troppo ritardo»

«Mi lascia perplesso il fatto che la riflessione sulla nostra storia si concentri su Bella ciao e Giovinezza». È tranchant il giudizio dell’onorevole Fabrizio Cicchitto che oggi presenta a Roma, insieme alla Fondazione ReL (Riformismo&Libertà) di cui è presidente, il convegno «Il Risorgimento e l’Unità Nazionale. La storia come presente» (dalle ore 10, Chiesa di Santa Marta) con interventi, tra gli altri, di Francesco Perfetti, Gaetano Quagliariello, Sandro Bondi. A un anno dalla sua nascita, la fondazione («che non è una corrente di partito», precisa Cicchitto), intende dare voce alla cultura liberal-socialista in seno al centrodestra.
Il convegno è un tentativo per delineare una storia condivisa del Risorgimento?
«Non credo molto all’idea della storia condivisa: esistono diversi filoni storici da prendere in considerazione. In passato l’uso, diciamo così, sapiente della storia condivisa è stato solo funzionale alla conquista dell’egemonia culturale da parte del Partito comunista».
Ogniqualvolta in Italia si parla di patria, si oscilla tra l’agiografia più retorica e la più accesa denigrazione.
«Vero: il Risorgimento non sfugge alla semplificazione agiografia che vede in Cuore di De Amicis il suo momento più alto, né alle tendenze attuali che leggono il Risorgimento come una forma di occupazione, esaltando il fenomeno del brigantaggio e della guerra civile in Meridione. Il Risorgimento, pur con tutti i suoi limiti, va invece considerato come un fatto positivo, sebbene ritardatario».
In che senso?
«Fu il frutto di un ritardo storico: l’Italia arrivò al processo unitario quando gli altri grandi Stati europei erano consolidati da secoli. Detto questo, non va dimenticata la singolarità del processo unitario del nostro Paese, nato dall’alleanza tra la manovra statale, militare e diplomatica operata dal Piemonte con Cavour e la spinta dal basso, che oggi definiremmo spontaneista, compiuta da Garibaldi con la spedizione dei Mille».


Come giudica la «febbre risorgimentale» che sta riempiendo gli scaffali delle librerie?
«Considero positiva, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, la ricerca su un fenomeno storico così complesso: proprio nel ritardo della realizzazione dell’unità nazionale si possono cogliere molte contraddizioni presenti del nostro Paese».

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