Ventiquattro fermate e trenta minuti di percorso sulla «Babele 56», lautobus che attraversa il quartiere più multietnico della città: quattro chilometri di via Padova e poi ancora più in là fino a Crescenzago. Qui sulla babele 56, la lingua straniera è litaliano e quella ufficiale un misto di cadenze con suoni che vengono da tutto il mondo. Si parte da piazzale Loreto, angolo via Andrea DOria. Una delle due macchinette per obliterare il biglietto è rotta e laltra per la maggior parte dei passeggeri è un optional. Gli stranieri si sistemano nella pancia del mezzo o in fondo vicino alle porte, gli auricolari con la musica infilati nelle orecchie e il cellulare in mano. Le donne salgono con i sacchi della spesa, aprono le loro borse e tirano fuori i pacchi per controllare gli ultimi acquisti. Cinesi, marocchini, egiziani, nordfricani, sudamericani, filippini. Via Padova è così, cinquanta etnie che si dividono una piccolissima porzione di città. E sullautobus è lo stesso, mille mondi stretti tra i sedili del bus. Vite che scorrono davanti al finestrino e che cambiano ad ogni fermata. Come le vetrine dei locali: kebab, alimentari, internet point, macellerie islamiche e pollerie sudamericane. Ma poi cè spazio anche per una bandiera tricolore di un negozio italiano e di qualche altro sopravvissuto allondata di immigrazione che li ha spazzati via tutti o quasi. Come sullautobus.
«Qui dentro siamo noi gli stranieri, questa è la verità». Racconta lautista della 56 che i battibecchi e i litigi a bordo del mezzo pubblico sono allordine del giorno. «Ma possono scoppiare per qualsiasi ragione. Anche tra donne. Urlano qui dentro, come al mercato». Per fortuna, lui non ha il turno di notte, quello più pericoloso dove cè da avere paura a percorrere quel tragitto. «Ora che chiami la centrale operativa e che arrivano i soccorsi, ti hanno già dato una bastonata in testa e allora cosa fai?». Nel 2000 il Comune di Milano ha istituito nel 2000 il Nucleo tutela del trasporto pubblico, una task force per garantire maggiore sicurezza sui mezzi pubblici che operano, oltre che sulle altre linee, anche sulla 56. E nonostante le polemiche della sinistra, i numeri dei controlli parlano di una vigilanza stretta. Nel 2009 sono state sorvegliate 6.837 linee di superficie e metropolitane, 140 parcheggi di corrispondenza e 13.049 persone, con 359 denunce e 79 arresti.
Il viaggio prosegue, su un muro cè una scritta proprio allingresso del quartiere degli stranieri. Dice «No immigrati». «Cosa vuole che le dica, è così. Sulla 56 ci sono solo loro - racconta una signora italiana alla fermata del bus -. Ma quello che è successo laltra sera, non è mai accaduto prima. Io vivo qui da sempre e quando ho sentito alla televisione che la minoranza siamo noi italiani, sono caduta dalle nuvole. Un tempo non era così».
Risse e paura, viaggio sullautobus-polveriera
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.