Antonio Lodetti
Il pubblico, variegato e di tutte le età, balza in piedi dalle sedie e si scatena nel ballo sfrenato; i più tranquilli battono le mani a tempo. È latmosfera (atipica) del Blue Note di Milano dove è appena passato il turbine-Incognito in una tappa del tour europeo che stasera prosegue a Istanbul. Dopo il nuovo cd Adventures In Black Sunshine la band inglese guidata da Bluey festeggia la rinnovata popolarità e il venticinquennale della nascita con la doppia antologia Let the Music Play. Pionieri britannici del Jazz Funk, alla fin fine si rivelano trascinanti portabandiera della «disco music» proiettata nel nuovo millennio (e questo è il pregio e il difetto più evidente della loro musica). Una band imponente e contagiosa (quattro voci ben amalgamate e guidate dalla potente cantante Maysa Leak), una sezione composita di fiati, il glorioso Richard Bailey alla batteria (già con Marley, Clapton ecc.) e (un po in ombra) il tastierista Matt Cooper. Trascinanti in brani come Givin It Up e Listen to the Music, citano ora gli Earth Wind & Fire ora la dance a presa rapida (Parisienne Girl). A tutto ritmo non fanno fatica a coinvolgere il pubblico dopo poche battute, zigzagando nei territori dello rnb e proponendo qualche cover di lusso come Dont You Worry Bout a Thing di Stevie Wonder. (Da dimenticare lardito accenno alla hendrixiana Voodoo Child).
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