Mercato globale e potere locale? È forse questa la direzione che, tra mille ostacoli e incongruenze, sta imboccando il pianeta? Il ritorno delle cosiddette piccole patrie, emerso in modo clamoroso con la crisi catalana, è un fenomeno presente con sfumature molto diverse anche in altre regioni europee. Anche in Italia, dove domenica prossima veneti e lombardi sono chiamati al referendum per l'autonomia. Tutto questo è forse il sintomo di un'agenda politica che si è completamente rinnovata, facendo tra l'altro saltare le categorie di destra e sinistra? Quale ruolo ha l'Unione europea nel nuovo quadro: auspicabile approdo o stimolo alle rivendicazioni localistiche a causa del deficit di democrazia avvertito da moltissimi quando pensano a Bruxelles? Per cercare di offrire qualche spunto di riflessione, senza fingere di avere la verità in tasca, proponiamo ai nostri lettori questo numero speciale di Controcultura. Il tema è indissolubile da altri di pari peso, che pongono domande altrettanto complesse.
Ad esempio, qual è il rapporto tra mercato globale e immigrazione di massa? La seconda è un frutto del primo? E come si governa meglio l'esodo? Quali sono, se ci sono, i modelli di integrazione coronati dal successo? E potremmo proseguire: si devono spalancare i mercati nazionali se le nazioni accanto non fanno lo stesso? Come vanno considerati i colossi del web: aziende, nazioni, nuove potenze mondiali? Compito della cultura e della politica è trovare le risposte. Ne abbiamo bisogno più che mai per non rassegnarci a essere trascinati dalla corrente.
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