Paolo Tagliacarne
La bicicletta è salute, benessere, buon umore e libertà, è per moltissimi bambini la prima compagna di gioco e di strada. Quando si arriva a togliere le rotelle, di colpo si diventa grandi, si allargano gli spazi di gioco, inizia la prima importante esplorazione del mondo che ci circonda. Poi arriva l'età del motore e in molti si dimenticano della bicicletta. In molti, insieme alla bicicletta, dimenticano anche il bambino che ci pedalava sopra. Alcuni per fortuna, no e continuano ad amarla anche da adulti. Un adulto in bicicletta è un chiaro e inequivocabile segnale positivo per il futuro del mondo. Ho sentito dire che dietro ad ogni persona felice, c'è spesso una bicicletta.
Oggi il peggior deterrente all'uso della bicicletta sono soprattutto i pregiudizi e alcune idee sbagliate, per invertire la tendenza è allora indispensabile un nuovo atteggiamento culturale, positivo. La bicicletta deve smettere di pretendere tutti i privilegi di una razza in via di estinzione o di una minoranza etnica da tutelare, perché non è così che la si promuove in chiave positiva, è strategicamente sbagliato perseguire ostinatamente questo concetto di "non-immagine". La bicicletta deve affermare la sua identità legata al fitness, alla vita all'aria aperta, a momenti di grande aggregazione, di passione sportiva, oltre che il suo stato di veicolo socialmente responsabile. Le lobby dei "non ciclisti" sono sicuramente più attive e meglio organizzate di quelle dei ciclisti e dei pedoni. È importante prenderne atto e regolarsi di conseguenza nel programmare azioni di promozione. Ad esempio, continuando a ripetere che la bicicletta è pericolosa, si crea per molti un validissimo alibi per non salire in sella. Senza dubbio in bici si è più esposti ai pericoli della strada ma è la strada ad essere pericolosa, non la bicicletta.
In conclusione, credo che tutto il mondo che ruota attorno alla bicicletta dovrebbe fare un momento di surplace per definire una nuova strategia di corsa o nuovo atteggiamento cultural-promozionale che punti a vincere non una tappa ma il campionato. Un progetto articolato per far rivivere a quanti più adulti possibile il sogno di quel bimbo che, pedalando in un cortile, si sentiva il re del mondo conosciuto. Questo è lo spirito libero della bicicletta.
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