Cronache

La rivolta dei camion fa già restare i genovesi a piedi

(...) e si è svolta in maniera ordinata, ma continua. «Non ce la facciamo, siamo arrivati al punto che pur lavorando siamo al fallimento», dicevano i camionisti ieri fuori dal casello di Bolzaneto stretti nei giacconi, sigaretta in mano. «Il prezzo del gasolio è schizzato da un euro e 20 a un euro e 70 e le autostrade sono aumentate in media del 3,5 per cento», è stato il coro dei camionisti. E c’è chi racconta che deve pagare gli stipendi a rate ai collaboratori, o che non riesce a cambiare le gomme ai mezzi, mantenendoli, di fatto, meno sicuri.
Il presidio del «movimento dei forconi», così come viene chiamato, ha provocato rallentamenti, ma non il totale blocco del traffico. Il varco autostradale è rimasto presidiato per tutta la giornata. E ancora nel tardo pomeriggio sulla A7 Genova-Milano si registravano code in uscita alla stazione di Serravalle Scrivia. La prima conseguenza pratica è stata che alcuni distributori di benzina hanno esposto fuori il cartello «gasolio finito», ma per il momento non ci sono state le corse all’accaparramento che si sono viste in altre regioni italiane. I camionisti fermi a Genova hanno distribuito volantini per spiegare le ragioni della loro protesta: la richiesta riguarda il recupero delle accise sul gasolio, agevolazioni sui costi minimi, esenzione dal Sistri (il Sistema del Controllo del Trasporto e dello stoccaggio dei Rifiuti), sconti in autostrada e contenimento dei costi assicurativi.
Ma se la protesta di Bolzaneto ha visto di fatto una quindicina di Tir fermi, molti altri hanno viaggiato. Protestavano solo gli autotrasportatori che aderiscono allo sciopero indetto da Trasporto Unito. La spaccatura è con i colleghi dell’Unatras (Unione Nazionale della associazione dell’autotrasporto merci di cui fanno parte Confartigianato trasporti, Can Fita, Fai, Fiap L., Sna/Casartigiani, Unitali) che hanno deciso di sospendere la protesta inizialmente prevista di una settimana, ritenendola «inutile», e fidandosi delle promesse del ministro Corrado Passera di intervenire sui problemi segnalati. Una protesta sospesa, ma non revocata, che potrebbe dunque riprendere vigore in assenza di azioni dell’esecutivo.
Nel pomeriggio gli autotrasportatori hanno organizzato altri presidi nella zona di Genova, tra cui uno al porto e anche al Vte di Voltri. Il presidio ha rallentato le operazioni dello scalo, e per questo gli spedizionieri hanno scritto al Prefetto, Francesco Musolino, per sottolineare il loro disagio. «Comprendiamo le ragioni di chi protesta - hanno spiegato gli spedizionieri - ma anche noi dobbiamo lavorare». Dai Tir ai taxi ancora protesta. Ma mentre sabato scorso i tassisti avevano mandato in tilt Genova, ieri il fermo delle auto pubbliche non ha a provocato problemi di viabilità. Alcune centinaia di tassisti hanno fermato le loro vetture a piazzale Kennedy, nella zona della Fiera di Genova. Ma la protesta ha evitato di bloccare la centrale piazza De Ferrari e via XX Settembre, come invece successo sabato scorso. Disagi all’aeroporto e alle stazioni di Principe e Brignole, ma traffico cittadino regolare. «Attendiamo la pubblicazione del decreto per capire il tenore esatto di quanto è stato deliberato - ha spiegato in mattinata il presidente della Cooperativa radiotaxi Genova, Walter Centanaro - Manterremo il presidio per tutto il pomeriggio. Nei prossimi giorni vedremo di capire quali spazi di manovra esistono». Presidi analoghi si sono svolti nelle altre città liguri.

Auto bianche ferme a Sanremo e a Savona, dove i tassisti hanno partecipato ad assemblee permanenti.

Commenti