Controcultura

Roberto Bolle fa danzare la televisione

Roberto Bolle fa danzare la televisione

All'inizio c'è da esser d'accordo con la preoccupazione di Giampaolo Morelli: «io di danza non capisco niente». Solidarietà assoluta con tale incipit, l'arte coreutica mi è sempre apparsa distante, fredda, ascetica, un rituale di corpi (e anime) che tocca un pubblico appassionato, anzi specializzato, ma proprio di pochi. E invece lo spettacolo di Rai1, la prima sera del 2020, tocca altre corde, semplificando da una parte e al contempo presentando la danza come un fenomeno culturale serio e complesso.

Ideato, diretto, interpretato da Roberto Bolle, Danza con me, giunto alla terza edizione ha incantato il pubblico televisivo con un segno sobrio, una perfetta dose tra intrattenimento, comicità e momenti di altissimo livello creativo.

Etoile a Parigi e New York, che pure ha mantenuto il simpatico accento piemontese di provincia, Bolle ha l'indiscusso merito di aver contribuito alla diffusione pop della danza, proprio come Marina Abramovic che ha fatto conoscere la performance ai ragazzini amanti del rap. Ammesso che abbia ancora senso una platea di puristi, Bolle -fisico invidiabile per un 44enne, siamo ai livelli di forma di Cristiano Ronaldo- sostiene che tutto si può ballare, danza è movimento che parte dall'epoca più antica per giungere fino al contemporaneo. Sbaglia chi la ritiene una disciplina datata, la miglior risposta è far aprire la scena a due idoli dei giovani, Marrakash e Cosmo.

Bolle gode di una stima trasversale tra colleghi, intellettuali, gente dello spettacolo. Lui è lì per ballare e appassionare, non gli interessa diventare un conduttore improvvisato (infatti ha delegato a Morelli e Geppi Cucciari le parti di raccordo) né tantomeno un comico (pur prestandosi a un curioso duetto con Virginia Raffaele, la ragazza sa fare davvero tutto). Preferisce, piuttosto, farsi affiancare da Alberto Angela, che spiega il balletto ai tempi del Re Sole: tra i due c'è più di un'affinità di intenzione per un progetto di tv non banale che non si arrenderà mai al declino della funzione culturale e didattica di un'azienda pubblica. Scelte, peraltro, premiate dai numeri, 21,8 % di share.

Alcuni passaggi della serata si ricorderanno per rara intensità: il trio Bocelli- Bollani -Bolle, ovvero tre talenti assoluti, pur con ruoli e personalità differenti. Roberto Benigni e Matteo Garrone sono venuti a raccontare il loro Pinocchio, Luca Zingaretti a portare il suo omaggio a Charlie Chaplin. E soprattutto tanta, tantissima musica ad accompagnare bellissime coreografie: Frank Sinatra e i Radiohead, lo swing e la musica contemporanea.

Un spettacolo gradevole che fila via liscio trasformando le fatiche post-veglione in un appuntamento che merita di essere rinnovato nel tempo.

La tv di qualità ha dato un colpo, è viva, basta saperla fare con intelligenza, classe e senza superbia.

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