Maria Rosa Quario
Giorgio Rocca ci scuserà, ma stavolta è davvero impossibile non paragonarlo ad Alberto Tomba. Vincendo ieri a Kranjska Gora, è infatti entrato in un club davvero esclusivo, quello degli slalomisti capaci di vincere d’infilata i primi tre slalom della stagione. A riuscirci solo due prima di lui: Ingemar Stenmark, nella stagione 1977/78, e appunto Alberto Tomba, che compi l’impresa ben due volte, nella stagione 1987/88, quella della sua esplosione, e ancora nel 1994/94, l’inverno magico della conquista della coppa del mondo generale (quando la sua serie vincente si fermò addirittura a quota sette slalom consecutivi). «L’avevo detto io che non c’è il due senza il tre» ha commentato proprio Tomba dopo il tris di Giorgio, «e la quarta vien da sé» verrebbe da aggiungere ricordando una delle famose filastrocche che il bolognese regalava dopo ogni trionfo.
Giorgio non è tipo da battute, ieri nella sua gioia si è limitato a qualche gesto provocatorio nei confronti dello sponsor che non c’è, mostrando alle telecamere lo spazio in vendita sul suo casco, ha attizzato qualche polemica su Torino 2006 («si parla solo di scandali e soldi, e poco di sport») e per il resto è rimasto calmo come al solito, commentando con un certo distacco quella che invece si può considerare una vera impresa, visto che la mattinata di ieri per lui non era proprio cominciata nel modo migliore.
Durante il riscaldamento, a trenta minuti dal via, Giorgio si è accorto che qualcosa non andava nel suo scarpone sinistro. Un rapido controllo evidenziava una crepa nella plastica dello scafo, impossibile partire così. Apriamo una parentesi: per uno sciatore, gli scarponi sono molto più importanti degli sci, per trovare quelli giusti c’è chi, come Hermann Maier, impiega mesi e mesi e ha bisogno di cambiarne venti paia. A Rocca è bastato provarne una decina, ma certo trovarsi a pochi minuti dal via di una gara senza l’attrezzo del mestiere più importante è una bella disdetta.
Terzo tempo, a 51/100 dal migliore di Benny Raich, a 44 da Kalle Palander, il finlandese, secondo. Una buona posizione di lancio, ancora una volta, per una seconda manche all’attacco. Ma il problema degli scarponi andava risolto. Ci hanno pensato i tecnici dell’Atomic, che hanno aggiustato alla meno peggio quello rotto e permesso all’azzurro di calzarlo per la seconda decisiva manche. Una manche che aveva già fatto vittime illustri, come Matt e Kostelic, così che quando toccava a Rocca, al comando c’era l’italo-canadese Thomas Grandi, seguito da Ted Ligety. Giorgio partiva per vincere, ovviamente. E su una pista già rovinata, su un tracciato aritmico dove il minimo errore di linea si pagava carissimo, è stato quasi perfetto, mostrando ancora una volta una sicurezza disarmante. Quinto tempo di manche. Toccava a Raich che andava deciso per il bis del gigante, all’intertempo il suo vantaggio su Rocca era aumentato, ma sul muro finale sbagliava per pochi millimetri la traiettoria ed inforcava. Altro che bis per lui, era il tris per Rocca.
A margine della giornata, l’ennesima polemica che vede protagonista Bode Miller: dopo la prima manche conclusa a oltre tre secondi (a causa di un errore) si è preso dalla Fis una multa di 999 franchi svizzeri per non aver consegnato agli addetti ai controlli il suo scarpone. «Se non mi tolgono la multa mi ritiro dal circuito», ha minacciato. Si è anche sottoposto a una risonanza magnetica, il ginocchio sinistro continua a fargli male.
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