nostro inviato a Sanremo
Ma guarda che sorpresa: al tavolo della conferenza stampa del Festival sono seduti solo uomini, da Gianni Morandi e Gianmarco Mazzi fino al sindaco Zoccarato e al presidente di Sanremo Promotion Giorgio Giuffra. Donne zero. Niente Canalis, niente Belén (che però ieri ha accompagnato Corona a Kalispera su Canale 5). Morandi e Mazzi: «Stanno facendo le prove». E stop. Al tavolo cerano anche Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, che sono i cocò (coconduttori) con specializzazione comica. Dunque Sanremo si presenta senza le donne e quindi, ca va sans dire, saranno loro il fulcro del Festival. Attesa, rivalità, liti, naturalmente gonfiate ad arte altrimenti che gusto cè. Insomma, Morandi e Mazzi hanno scelto le canzoni. Belén Rodriguez (vestita Moschino) ed Elisabetta Canalis (Versace) faranno la musica. E lo spartito per adesso è questo.
CERCASI SUPEROSPITI. Gli unici confermati sono lidolo pop punk Avril Lavigne, lidolo assoluto Robert De Niro, che il sabato sarà intervistato dalla Canalis parlando di italianità, e i Take That con Robbie Williams che venerdì improvviserà con Belén. Antonella Clerici farà lo scaramantico passaggio di testimone nella serata iniziale (lanno scorso Bonolis portò bene). Niente superospiti italiani del ramo pop. Attesa per Fiorello, che, se fosse, arriverebbe nella prima serata. Gratis, sintende. Ma Morandi, chissà se sinceramente o solo per gioco, ha detto: «Non è facile che venga».
CEDESI TELEVOTO. È il grande danneggiato. Nando Pagnoncelli della società demoscopica Ipsos ha detto: «Prima aveva più peso». Poi ha complicato: «La graduatoria finale non terrà conto delle percentuali di voto, ma della media delle posizioni». In attesa di capire meglio, i sistemi di votazione saranno una miscela variabile di giuria demoscopica, orchestra e televoto con laggiunta della golden share: i voti della sala radio incideranno sulla vittoria dei giovani, quelli della sala stampa contribuiranno al vincitore assoluto (il preferito sale di tre posizioni).
ACCETTASI POLITICA. Figurarsi se non si parlerà di politica. Morandi ha detto: cari Luca e Paolo, non mi avete fatto leggere i testi delle vostre gag. Teme, ovviamente, che sbrachino. Loro dicono: «Non ci piace la satira politica spiattellata e non vorremmo neanche pronunciare il nome di Berlusconi. Ma non possiamo non accennarne».
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