La Roma sfida un tabù Real, ma Totti non è più galactico

Gli spagnoli hanno sempre vinto all’Olimpico e il capitano è in crisi. Ma Spalletti ci crede: "Occasione per rialzarsi"

La Roma sfida un tabù Real, ma Totti non è più galactico

Roma - Nel personale calendario di Francesco Totti sulla data del 19 febbraio c’è un circoletto rosso. Serve a ricordare che quel giorno, nel 2006, un bruttissimo infortunio (il cui ricordo è ancora vivo per le viti applicate e mai rimosse alla caviglia sinistra) rischiò di interrompere la sua carriera. E che oggi, a due anni di distanza, il numero dieci giallorosso ritrova il Real Madrid, l’avversario in cima alle sue preferenze alla vigilia del sorteggio degli ottavi di Champions, nonostante i tre precedenti europei all’Olimpico abbiano registrato tre vittorie madridiste.

La storia racconta che il patron giallorosso Franco Sensi confessò che se per ipotesi un giorno avesse ceduto Totti, lo avrebbe spedito solo fra i galacticos. Impressionati da quel gol al Bernabeu (il più importante dei tre segnati da Totti al Real in sei sfide) con il quale arrivò l’unico successo della Roma con le merengues. Alla fine Totti rimase nella Capitale, arrivando (un mese fa) al traguardo dei 200 gol con la maglia giallorossa. Ma quello che arriva alla sfida di stasera è forse il peggior Totti della storia. Tutta colpa di una condizione fisica precaria: dalla botta al collo del piede nel contrasto con il brasiliano Liedson dello Sporting Lisbona, con tanto di ricaduta, ai problemi alla schiena (che lo costringono a continue sedute fisioterapiche e ad allenamenti a singhiozzo) passando per un paio di influenze.
Il capitano della Roma, che contro le squadre spagnole in Europa ha sempre ben figurato, non avrebbe voluto arrivare così alla prima sfida da dentro o fuori con il Real. Appuntamento diventato il più importante della stagione giallorossa, soprattutto ora che pure la Snai - interrompendo le scommesse sulla vincitrice dello scudetto - si è arresa allo strapotere dell’Inter. «Di Francesco mi fido ciecamente, ho la certezza di quel che può determinare per questa squadra», dice in maniera lapidaria Spalletti. Ma a preoccupare è l’appannamento generale della squadra (e ieri De Rossi è rimasto fermo per un leggero stato influenzale), con il tecnico finito nel tritacarne delle critiche di una piazza sempre molto passionale. E come se non bastasse, si registra pure la lite tra Panucci e Aquilani (sicura la multa della società, nel rispetto del codice etico in vigore a Trigoria) a svelare il nervosismo che circola nell’ambiente romanista. «Da tre anni a questa parte sono successe poche cose e anche stavolta non credo si possa parlare di un caso, è un chiarimento accompagnato da gesti», sottolinea il «pompiere» Spalletti che ha convocato i due (con Panucci in campo dall’inizio) per stasera.
«Il Real arriva nel momento ideale per rialzarsi, è l’occasione per ribaltare quello che è accaduto ultimamente - conclude il tecnico che annuncia qualche cambio rispetto all’undici sconfitto a Siena e a Torino -.

Abbiamo le carte in regola per mettere in difficoltà gli spagnoli. Temo comunque il loro collettivo e la facilità con cui vanno in gol. A Schuster andrebbe bene il pareggio? Non faccio calcoli, stimolo sempre i ragazzi a fare il massimo per ottenere il risultato più importante».

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