Sesso (a pagamento) con minori: operatrice del centro migranti a processo

La donna, una cuoca di 34 anni, otteneva prestazioni sessuali dagli stranieri minorenni ospiti della struttura presso cui lavorava in cambio di denaro, vestiti di marca o cellulari: spesso i rapporti avvenivano in camere d'albergo

Sesso (a pagamento) con minori: operatrice del centro migranti a processo

Sarà processata a Roma la 34enne italiana dipendente di una struttura d'accoglienza di Sant'Ambrogio sul Garigliano (Frosinone) accusata di induzione alla prostituzione minorile.

La donna, una ciociara col ruolo di cuoca, ha approfittato per mesi degli ospiti minorenni del centro "La Casa di Tom", tutti ragazzi non accompagnati di età compresa tra i 14 ed i 17 anni. In cambio di vestiti, cellulari o denaro, gli stranieri offrivano prestazioni sessuali, spesso all'interno di camere d'albergo pagate dalla stessa 34enne.

A denunciare il fatto increscioso nel 2015 fu una collega della donna, che aveva segnalato il racconto confidenziale fattole da uno degli extracomunitari, come riportato da "Il Mattino"."Ho una storia con una operatrice. Se non ci credi guarda la foto", avrebbe riferito vantandosene il 16enne egiziano Mohamed G., mostrando delle immagini dal contenuto inequivocabile.

I responsabili del centro ovviamente convocarono la 34enne per avere dei chiarimenti in merito. Dinanzi all'evidenza dei fatti, la donna non potè negare, ma solo raccontare di una storia d'amore che andava avanti da circa un mese. In cambio al ragazzino niente denaro, ma solo dei piccoli regali, un aspetto, questo, che aveva scatenato invidie e gelosie dentro "La Casa di Tom".

La notizia divenne di pubblico dominio tra gli altri ospiti, circa una decina, che avrebbero voluto possedere ugualmente del denaro extra, degli abiti di marca o un cellulare. Una situazione di palese tensione che portò anche a due gravi episodi di rissa, la cui origine venne scoperta solo una volta venuta a galla la verità.

La 34enne decise allora di dimettersi, cosa che non le impedì comunque di continuare ad incontrare il 16enne egiziano, con cui i rapporti sessuali erano continuati all'interno di un albergo già frequentato dai due in passato. Il passo successivo della direttrice del centro, per tentare di mettere la parola fine all'imbarazzante vicenda, fu quello di decidere il trasferimento di Mohamed presso un'altra struttura (aprile 2016).

Quando tutto sembrava essere alle spalle, ecco spuntare la voce di altri due stranieri, un egiziano di 14 anni ed un tunisino di 17, finiti nel mirino della ex cuoca del centro. "Ho saputo in quella circostanza che non era la prima volta che si intratteneva sessualmente con gli ospiti della comunità.

In particolare mi veniva riferito, come peraltro confermato da una foto girata su WhatsApp e scattata presumibilmente in un albergo, che la stessa aveva avuto intimità con un altro ospite, un ragazzo egiziano nato nel 1997, nella nostra struttura fino a febbraio 2015". Un ex ospite ora irrintracciabile, e che quindi non potrà testimoniare nel prossimo processo che si terrà in un'aula del Tribunale di Roma.

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