Truffa all'Inps, prendevano le pensioni dei genitori morti da 20 anni

La Guardia di finanzia ha scoperto, attraverso l’incrocio dei dati, una maxi truffa ai danni dell’istituto pensionistico per 3 milioni di euro

Truffa all'Inps, prendevano le pensioni dei genitori morti da 20 anni

Circa 3 milioni di euro intascati ai danni dell'Inps continuando a prendere le pensioni dei genitori deceduti.

La Guardia di finanza ha avviato una maxi-operazione che ha visto coinvolte 37 persone le quali sono state denunciate all'Autorità giudiziaria per aver indebitamente percepito, dopo il decesso degli aventi diritto, la pensione ordinaria, l'assegno sociale, l'indennità di accompagnamento o la pensione "di guerra" erogati dall'istituto previdenziale per un totale di 3 milioni di euro.

A scoprire la truffa è stato il Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie delle fiamme gialle che ha acquisito i dati sui titolari di pensione dall'Inps e dal ministero dell'Economia e delle finanze, avviando l'incrocio delle informazioni a “tappeto” e il loro monitoraggio al fine di verificare l'eventuale decesso dell'avente diritto e possibili casi di percezione dell'emolumento da parte di terze persone.

Attraverso la collaborazione con le sedi locali dell'istituto previdenziale e della Ragioneria territoriale dello Stato di Roma, infine, i finanzieri sono riusciti a scoprire la truffa che ha fatto scattare la maxi-operazione. Le persone coinvolte, dunque, continuavano a percepire la pensione dei propri familiari deceduti, in alcuni casi, da oltre 20 anni. La Guardia di finanzia ha così denunciato le persone coinvolte per i reati di percezione indebita di erogazioni pubbliche a seguito di dichiarazioni mendaci e di truffa aggravati ai danni dello Stato.

Tra i casi più eclatanti scoperti Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie delle fiamme gialle quello di una donna che percepiva l'assegno della nonna deceduta nel 1991 e riuscendo a appropriarsi indebitamente, così, di oltre 300mila euro. Altro caso quello di un uomo che ha percepito una cifra superiore ai 260mila euro erogati dall’istituto pensionistico come assegno di pensione di guerra per padre, il quale era morto, però, nel 1993. Per alcune delle persone coinvolte l'Autorità giudiziaria ha disposto il sequestro delle somme giacenti sui conti correnti delle persone coinvolte fino al pareggio del credito vantato mentre l'Inps e la Ragioneria territoriale dello Stato hanno immediatamente sospeso l'erogazione dei trattamenti pensionistici.

L'operazione, è stato sottolineato, "rientra nel più ampio dispositivo di prevenzione e contrasto degli illeciti che danneggiano il bilancio pubblico, sottraendo risorse alle fasce più bisognose della popolazione".

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