Romeo, Giulietta e Riccardo

Lo Shakespeare minimalista di Cocciante

Lui, il musical, non lo ama granché. «Invece ho amato molto l’opera, Il barbiere di Siviglia mi mandava in estasi, i crescendo di Rossini mi esaltavano e la sua leggerezza mi rapiva». E allora, Cocciante? «Allora succede questo: le voci microfonate hanno sostituito le voci impostate, l’opera non rispecchia più il nostro tempo e così ci voleva un genere nuovo. Melodico ma attuale, dove i testi si capiscano e le vicende vengano raccontate col lessico, i suoni, le voci di oggi. Opera popolare, la chiamerei». È così che Riccardo Cocciante spiega il successo mondiale del suo Notre Dame de Paris, Victor Hugo trasferito nel ghetto dei sans papiers parigini, milioni di spettatori tra Europa, America, Cina.

Cui ora segue Giulietta e Romeo, nuova opera del musicista di Saigon, in scena da domani a domenica al Forum di Assago dopo il battesimo all’Arena di Verona. La trama è quella che Shakespeare riprese da Matteo Bandello e reinventò col suo sovrumano talento poetico: Pasquale Panella ha riscritto il testo in una sorta di delirio minimalista, asciugando severamente (...)

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