Rose’, aridacce Mancini e Ferrari

F uori dal Renzo Barbera la piccola Maria piange e tiene stretta la sciarpa giallorossa. Il papà la prende in braccio, le asciuga le lacrime e sussurra: «Sai, anche i giocattoli più belli si possono rompere…». Una frase che racchiude il disagio della Roma, la sola foto in grado di immortalare il momento-no della ditta Spalletti. La classifica è impietosa e a Trigoria, dove Totti e compagni progettano diplomatici «patti» scaccia-guai, soffiano in realtà minacciosi venti di crisi. Al tecnico toscano, secondo qualcuno con la testa rivolta a prossime nordiche avventure, in pochi avrebbero perdonato la «love-story» estiva con il Chelsea. Da allora qualcosa si è rotto e la fuoriserie giallorossa ha perso velocità. Per non parlare di una campagna acquisti che, in attesa di ulteriori banchi di prova, rischia di far rimpiangere i tanto criticati Mancini e Ferrari. Le paure affiorate contro il Napoli e riemerse in terra sicula, devono far riflettere. E a poco servirà, domani sera, far la voce grossa contro i romeni del Cluj.

I banchi di prova sono ben altri. È ormai tempo di cambiare rotta: mancano stimoli, un modulo meno prevedibile, una spruzzata di umiltà e un buon «mastice». Solo così sapremo se il giocattolo può ancora funzionare e stupire.

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