Rossi o della normalità: la prima Ducati è sua

Per lo meno, stavolta, è arrivato un accenno di normalità. Un accenno a cui il tifo italico, equamente diviso fra Rossi e Ducati ed equamente deluso da Rossi e Ducati, deve e dovrà affidarsi. Meglio ancora. Deve e dovrà aggrapparsi in attesa che da semplice accenno si trasformi in normalità certificata. Questo ha raccontato e offerto il Gp del Portogallo, Estoril bello e ventoso. Un accenno di normalità che non sta in Casey Stoner comodo trionfatore benché parli di fatiche varie nel tenere a bada Lorenzo; e non sta in Jorge dietro lui e da ieri sorpassato di un sol punto in campionato. Tantomeno sta in Pedrosa terzo e formichina che raggranella intelligentemente punti preziosi. La normalità non è racchiusa neppure in Dovizioso quarto con la Yamaha che comunque è un buon risultato e che comunque è un risultato tipico dei suoi. No. L’eccezionale accenno di normalità sta tutto nel vedere finalmente che la prima Ducati al traguardo (benché il distacco resti abissale, quasi 27”, erano stati 35 e 33 nei precedenti gp) non è quella del belloccio americano Hayden né quella non ufficiale dello spagnolo Barbera, bensì la Rossa d’Italia del Vale. Settima.
Accenno di normalità perché segno che il campione ha deciso di salvare il salvabile e per farlo ha iniziato dal risistemare, a fine gara, le gerarchie interne alla Ducati. Se deve e dovrà urlare per farsi sentire, meglio farlo da primo pilota della Rossa anche nei risultati. Tanto più che proprio all’Estoril oggi è già giorno di test e che pare, sembra, si dice le Rosse monteranno una versione più addolcita del motore. Quel motore meno brusco sempre chiesto dal Dottore.
Come conseguenza di un briciolo di normalità ritrovata, anche le parole del Vale, benché sempre un filo rassegnate, sono parse meno dure, più costruttive. «È andata un po’ meglio, sono partito da una base migliore (l’assetto alto e corto stile Ducati, ndr) e sono riuscito a lavorare nel weekend per preparare la gara», ha detto. «Sono partito sapendo cosa aspettarmi dalla moto, riuscendo a rimanere costante sui tempi. Questo però adesso è il nostro potenziale», ha detto.

«Perdo troppo in accelerazione, non riesco ad essere efficace come gli altri: è questo il punto dove dobbiamo migliorare, e comunque stavolta sono riuscito ad andare di più al limite... Anzi, mi sono anche divertito a guidare la mia Ducati», ha detto. Forse in gara è la prima volta.

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