Royal Wedding: il “dopo” del grande giorno…

Ora che le luci si sono spente sul “matrimonio del secolo” sono d’obbligo alcune considerazioni di bilancio sullo show allestito e monitorato con maestria e puntigliosa attenzione dalla “Firm”, come viene definita casa Windsor

Royal Wedding: il “dopo” del grande giorno…

Il matrimonio nell’Abbazia di Westminster dove il Principe William ha impalmato la “commoner” signorina Catherine Middleton e tutto l’apparato messo in moto come supporto e corollario ha avuto lo scopo indubbio di dimostrare e, perchè no, confermare la solidità dell’istituzione monarchica, fornirle ossigeno e riaccendere un certo interesse per la famiglia reale che , negli ultimi anni , è stata al cerno di svariati scandali che ne hanno fortemente minato la credibilità anche presso i più fedeli “supporters”.

Perchè è una realtà che i quotidiani più popolari ogni giorno riportino foto ed articoli sulle vicende dei membri della famiglia reale a conferma che l’interesse o anche solo la curiosità per i fatti di Palazzo sono un aspetto peculiare degli Inglesi. A tutt’oggi il 63% dei britannici è a favore della corona e ritiene che la famiglia reale sia un asset da mantenere.

Questo zoccolo durissimo di sostenitori calò al 48% nell’agosto del 1997 quando perì la principessa Diana ed il paese fu attraversato da una profonda scossa emotiva e l’istituzione monarchica fu messa in crisi ed in discussione dalla “principessa del popolo”. Ma non appena l’emozione e le immagini del funerale si stemperarono, la percentuale di consenso per la Casa Reale ritornò ai valori medi di oggi.

Come ha sostenuto lo scrittore Will Self in un breve saggio per Prospect Magazine gli Inglesi sono “Monarchici per default” e qualsiasi cosa possa accadere, per quanto sconcertante possa ritenersi, la maggioranza dei Britannici pragmaticamente supporterà la Corona.

Ben stigmatizza la convinzione il costituzionalista Vernon Bogdanor il quale afferma che “Il supporto per i regnanti in questo paese é tale da rendere l’idea della Repubblica un esercizio teorico”.

A dispetto di tutto, quindi, They must go on!!!

Da un punto di vista strettamente economico, considerazione scevra da alcuna nota romantico-sentimentale, il royal wedding e gli effetti che ne sono derivati hanno fortemente inciso sull’economia nazionale nei più svariati settori commerciali. Il Centre for retail research ha stimato in 156 milioni di sterline il giro d’affari per bibite e cibo di cui 199 milioni arriveranno da merchandise e memorabilia. 110 milioni di sterline sono la cifra delle spese impreviste generate dalla giornata di vacanza garantita agli inglesi in occasione delle nozze.

Il quotidiano popolare The Daily Mail ha definito il commercio spiccio di souvenirs, gadgets e affini “una vera e propria miniera d’oro, come non si vedeva dalle nozze di Carlo e Diana nel 1981″.

Anche i viaggi low- cost per Londra, comprensivi di prenotazione alberghiera, hanno registrato una impennata nella settimana delle nozze . Si calcola che 600mila persone siano arrivate nella capitale per il matrimonio: una vera e propria “invasione”.

Il giorno del royal wedding Londra appariva come una città fantasma, le vie erano deserte e tutta la popolazione era concentrata verso Westminster, Buckingham Palace o verso i Royal Park attrezzati appositamente per l’occasione (non perdete le immagini nella photogallery di reportage del grande giorno!).

Crediamo che ogni singolo aspetto del matrimonio del secolo sia stato scandagliato e vivisezionato dai media e sia stato per giorni oggetto di curiosità per milioni di persone in tutto il mondo.

Tutto é stato detto sugli attori principali, sulle rispettive famiglie, sugli accadimenti della storia d’amore di William e Kate e persino si è disquisito sulle classi sociali decretando il trionfo della Middle Class grazie ad una “commoner” divenuta futura regina del Regno Unito.

Ma per Will e Katie il 29 aprile 2011 è stata la data del loro matrimonio….

Alessandra Gilardi

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