«Un uomo straordinario non soltanto per intelligenza e cultura (di questi, in Italia, ce ne sono parecchi), ma per carattere e tempra morale (e di questi ce ne sono pochissimi)». Con queste parole il grande Indro Montanelli ricordava, dalle pagine del suo Giornale quasi trentanni fa, il suo amico Luigi Rusca, personalità di spicco del mondo della cultura italiana, morto il 9 agosto 1986 alletà di novantatrè anni. Un uomo che, sempre parafrasando Montanelli, amava lombra e non certo per prudenza, prestando la sua opera durante il fascismo pur essendo schedato come antifascista militante, tanto che poi fu costretto al confino.
Il talento di Rusca si mise in luce fin da quando, segretario generale del Touring Club, fece delle «Vie dItalia» una rivista ad alta tiratura. Ma il suo nome fu legato anche ad altre avventure editoriali, la più importante delle quali nellambito della casa editrice Mondadori. Rusca sapeva le lingue - ricorda Montanelli - conosceva di persona anche molti scrittori stranieri, specie quelli che per ragioni razziali stavano fuggendo dalla Germania. Fu intercettandone le opere che Rusca lanciò La Medusa, la più famosa collezione degli anni Trenta».
E forse pochi sapranno che Luigi Rusca fu anche liventore del «giallo». O meglio, fu lui a capire limportanza commerciale del racconto poliziesco, appioppandogli letichetta e il colore che ancora oggi i polizieschi si portano addosso: il giallo appunto.
A guerra finita gli alleati gli affidarono un compito non da poco: riorganizzare lazienda Eiar che navigava in pessime acque. Rusca si rimboccò le maniche, lavorò alunci mesi crando la Rai e quindi si mise a fare dellaltro. Come dare vita, nel campo delleditoria per Angelo Rizzoli, alla Biblioteca Universale Bur, un grande strumento di divulgazione della cultura nel nostro paese.
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