da Parigi
Come una star, Ségolène Royal è arrivata ieri con mezzora di ritardo sul palcoscenico allestito per lei al 10 della rue Solferino, nel palazzo della direzione nazionale del Partito socialista francese. Ad attenderla - sotto limmagine di un cielo azzurro, dominato dallo slogan «Progresso per tutti, rispetto per ciascuno» - cerano vari esponenti del partito, tra cui François Hollande (padre dei suoi quattro figli e segretario generale socialista) e il leader della sinistra euroscettica, Jean-Pierre Chevènement. Mancavano invece Laurent Fabius e Dominique Strass-Kahn, che lautunno scorso hanno cercato di «soffiare» alla Royal la candidatura socialista alle presidenziali del 2007 e che poi hanno fatto perdere le proprie tracce.
Arrivando di fronte a fotografi, telecamere e giornalisti, Ségolène ha sfoggiato un tailleur rosso, il suo interminabile sorriso e la determinazione che ormai tutti le riconoscono. Pochi invece i programmi e le idee nuove.
SullEuropa, la Royal non potrebbe essere più sfuggente. Dopo aver preso nel proprio staff alcuni avversari dell'integrazione comunitaria, la candidata ha dato limpressione di credere poco allattuale semestre di presidenza tedesca dellUnione. La sua convinzione è che il miracolo di risolvere i problemi istituzionali verrà compiuto nel 2008, guarda caso nel semestre della presidenza francese. Insomma, la linea europea di Ségolène Royal sembra risiedere in una «certezza»: Parigi può spingere i suoi 26 partners a costruire una sorta di «Europa alla francese». La Francia non deve mettere in discussione se stessa, ma mettere in discussione gli altri. Quanto alle concrete intenzioni della candidata sul modo in cui vuol cambiare lUnione, è inutile scavare nel suo pensiero: non dirà niente di chiaro. Per essere più sicura di non scoprire le proprie carte, Ségolène Royal ha del resto cancellato tutte le sue conferenze stampa.
Consigliata dal segretario generale socialista François Hollande, che fu un quarto di secolo fa tra i pupilli di François Mitterrand, la Royal cerca di imitare il comportamento mitterrandiano in vista delle elezioni presidenziali del 1981. In quelloccasione il candidato passò varie settimane lontano dalla Francia, avventurandosi in un lungo viaggio in Cina. Ecco Ségolène fare la stessa cosa, imbarcandosi per lOriente nel tentativo di non logorarsi in una campagna lunga e snervante. I sondaggi dicono che le cose per lei vanno bene e dunque ha interesse a congelare il più possibile questa situazione. Proprio ieri è stato pubblicato un sondaggio secondo cui Ségolène Royal e il suo avversario di centrodestra Nicolas Sarkozy otterrebbero rispettivamente il 34 e il 32 per cento al primo turno. Ségolène vincerebbe poi al ballottaggio col 52 per cento contro il 48 di Sarkozy, ma questultimo starebbe a sua volta riguadagnando terreno e in realtà le previsioni per lo scontro finale sono equilibratissime.
I francesi andranno alle urne il 22 aprile e il 6 maggio. Ségolène Royal si lancerà nella campagna solo in febbraio e fino a quel momento sarà suo «marito» (anche se un vero matrimonio tra i due non cè mai stato) Hollande a rispondere ai giornalisti. Ieri le domande non sono state ammesse e Ségolène Royal ha fatto solo il suo discorso di fronte alle telecamere. Ha parlato di «requisizione» degli alloggi sfitti per aiutare i senzatetto e ha proposto un piano di costruzione straordinaria di case popolari. Le fonti dellattuale governo le hanno replicato che il piano per le case popolari è già in atto, mentre lidea delle requisizioni degli appartamenti è anacronistica. Ségolène Royal ha anche detto di «esigere» che gli attuali gestori del potere si assumano le proprie responsabilità. Questa è stata la vera frase fondamentale del suo discorso di ieri perché comincia a definirsi il suo «gioco delle parti» con lavversario Nicolas Sarkozy, attuale ministro dellInterno e futuro candidato del centrodestra.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.