Parigi - Potrebbe chiamarsi «scene da un matrimonio» il filmato diffuso dalla rete televisiva pubblica transalpina France 2, in cui si vede una discussione piuttosto animata tra il segretario del Partito socialista François Hollande e la sua compagna Ségolène Royal, che in tanti anni di convivenza gli ha regalato quattro figli e qualche preoccupazione. Il leader della sinistra è preoccupato perché - dopo la sconfitta elettorale della candidata socialista in occasione delle presidenziali - quest’ultima ha manifestato l’intenzione di diventare la vera star dell’opposizione a Nicola Sarkozy. Sembra che François Holland abbia tentato di far comprendere a Ségolène Royal che il partito socialista l’aveva eletta candidata all’Eliseo e non segretaria generale. Un capo del partito esiste già, ed è proprio lui. La surreale scena della discussione in famiglia, piratata dalle telecamere di France 2 domenica sera alla direzione nazionale del partito, dimostra quanto siano ormai agitate le acque in seno alla sinistra transalpina. Le elezioni legislative, per il rinnovo dei 577 seggi dell’Assemblea nazionale, sono dietro l’angolo: si svolgeranno le domeniche 10 e 17 giugno. Se i socialisti fossero nuovamente sconfitti, il nuovo presidente Nicolas Sarkozy si troverebbe tra le mani un potere enorme e per cinque anni il destino politico della Francia dipenderebbe dalla sua quasi esclusiva volontà.
Di qui la delicata situazione di un partito tradizionalmente diviso in correnti, quale quello socialista francese. Bisogna notare che la nomina di Ségolène Royal a candidata ufficiale all’Eliseo è stata votata lo scorso 16 novembre da una larga maggioranza di «militanti dell’ultima ora», ossia di persone entrate nella principale formazione politica della sinistra in condizioni per lo meno singolari: le tessere sono state fatte su Internet a prezzi stracciati e senza alcuna verifica a proposito del curriculum delle persone che sollecitavano l’iscrizione. Persone che del resto potrebbero adesso allontanarsi dal partito dopo aver subito la delusione della sconfitta di Ségolène Royal alle elezioni presidenziali.
I tradizionali capi corrente socialisti hanno nascosto a stento il loro malumore per il modo in cui François Hollande ha organizzato l’anno scorso il reclutamento di decine di migliaia di nuovi iscritti e per il modo in cui sono state organizzate le primarie dello scorso autunno, da cui è emersa la candidatura di Ségolène Royal. Fino al secondo turno elettorale delle presidenziali, però, quei capi corrente hanno dovuto cucirsi la bocca nel nome del comune interesse della loro formazione politica. Domenica sera, mentre tra François Hollande e Ségolène Royal esplodeva la polemica politico-familiare, il leader dell’ala riformista del Partito socialista, Dominique Strauss-Khan, e l’esponente di punta della tendenza euroscettica, Laurent Fabius, hanno cominciato a lanciare frecciate all’indirizzo della candidata sconfitta. La loro logica è molto semplice: invece di fare autocritica per il disastro elettorale, Ségolène Royal ha la spudoratezza di proporre se stessa come la nuova responsabile del Partito socialista e dell’intera sinistra francese. Naturalmente né Strauss-Khan né Fabius usano espressioni così esplicite, ma dietro le quinte della politica parigina i loro collaboratori, irritatissimi con la coppia Hollande-Royal (che qualcuno di loro sarebbe arrivato a paragonare ai coniugi Ceausescu), hanno la lingua molto più sciolta e non esitano a manifestare la propria delusione in termini anche coloriti.
L’altra sera si è riunito a Parigi il vertice del Partito socialista ed è stato trovato un accordo per mettere fine all’escalation delle polemiche. Per ora le frecce avvelenate verranno indirizzate tutte sullo schieramento rivale del centrodestra.
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