da Palermo
Raffaele Lombardo, presidente della Regione Sicilia e leader del Movimento per lautonomia, che succede? I deputati del suo partito, alla Camera, hanno votato un emendamento del Pd al decreto milleproroghe che ha finito per mettere sotto il governo. Si è rotto il feeling tra lei e il Pdl di Silvio Berlusconi?
«No, non cè nessuna crisi. I nostri sentimenti, reciproci, di stima e di amicizia rimangono immutati. Noi, in occasione del voto di fiducia, ci siamo allineati, sempre. A proposito della Finanziaria, o dellIci, abbiamo finito col votare anche provvedimenti che non condividevamo del tutto. Se poi diventa un caso il fatto che esprimiamo un dissenso allora non ha senso essere partito, abdichiamo al nostro ruolo».
Ma una cosa è dissentire, altro è votare qualcosa insieme con il principale partito dellopposizione come voi avete fatto qualche giorno fa.
«Ma scusi come si esprime il dissenso se tutto avviene in aula e non cè una discussione preventiva? In aula, appunto, attraverso il voto contrario. Ed è questa la via che abbiamo scelto».
Intende dire che manca il dialogo del Pdl con i partiti alleati?
«Dico solo che se venissimo consultati non si arriverebbe ad azioni di questo genere. Se invece i provvedimenti si portano direttamente in aula, beh, a quel punto ognuno si muove liberamente. È quello che noi abbiamo fatto».
Si è incrinato il rapporto di fiducia col governo?
«Assolutamente no, la fiducia è fuori discussione».
Ma lei è stato particolarmente critico nei confronti del ministro Brunetta, che ha detto che è ora di finirla con le regioni a statuto speciale.
«E confermo le mie critiche, anche se sono più tranquillo perché quella di Brunetta non è affatto la posizione del governo rispetto a questa questione. La tesi unitaria delle regioni, tutte, che è stata espressa nel documento ufficiale sottoscritto, è che vanno salvaguardate le autonomie speciali. Questo mi basta».
Non cè dunque nessuna crisi tra Mpa e Pdl?
«Crisi? Ma no, figuriamoci».
Forse un po di insoddisfazione. Come giudica le politiche di questo governo per il Meridione, lei che è presidente di una delle principali regioni del Sud e leader di un partito autonomista meridionale?
«Sono tempi di vacche magre, lo sappiamo bene. E il meridione è ancora debole. In tutti e due gli schieramenti è come una corsa affannosa ad accaparrarsi il Nord. Ma anche il Sud ha tanti problemi da risolvere».
La situazione potrebbe aggravarsi col federalismo?
«No, anzi, ben venga. Federalismo vuol dire infatti assunzione di responsabilità, fine delle politiche di assistenza. Si consenta però anche a noi del Sud di avere i mezzi per fare delle cose utili. Penso ad esempio alla fiscalità di vantaggio».
E la questione delle tasse sulla raffinazione del petrolio?
«Quella è una storia vecchissima che dovrebbe andare a soluzione. Il prodotto si raffina in Sicilia, è noto. Non vedo perché le relative tasse non debbano andare a noi».
Questo governo deve fare di più per il Meridione?
«Intanto dobbiamo cominciare noi presidenti, tagliando un po di sprechi. Noi in Sicilia lo abbiamo già fatto, a partire dalla Sanità.
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