Sacconi: «Né facile, né indolore. Ma la riforma si farà»

Milano «Io mi fido... fino a prova contraria». Uno slogan che fa cultura, secondo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che lo usa, davanti alla platea di industriali riuniti per l’assemblea di Assolombarda, per spiegare il cambiamento di rotta necessario a realizzare la riforma fiscale, legata a doppio filo con la semplificazione.
«Non sarà facile - premette il ministro - né indolore, ma la riforma ci sarà. Abbiamo gli spazi, i tempi e soprattutto la volontà per farla. E sarà una conseguenza della stabilità, del ridisegno della funzione pubblica e della semplificazione, anzi preferisco dire della deregolamentazione». Ma l’eccesso di vincoli non è l’unica mentalità da cambiare: «Bisogna uscire dall’ideologia secondo cui le imposte dirette sono le uniche che valgono - afferma il ministro - E bisogna avere il coraggio di tagliare la spesa pubblica, perché la riforma è conseguenza della stabilità dei conti: il governo questo coraggio ce l’ha».
Non c’è «nessuna disputa aperta» nella maggioranza, dunque, su dove trovare le risorse per un eventuale abbassamento delle tasse. «Il ministro Tremonti ha parlato di cautela, certo, ma in rapporto a quello che succede nel mondo», commenta Sacconi. Si tratterà di «spostare voci, razionalizzare: così si potrà alleggerire la pressione fiscale sia sui lavoratori che sulle imprese», ha concluso.
E sul come farlo, già si ragiona: anche se i «tavoli di lavoro» sulla riforma difficilmente consegneranno i primi risultati prima della prossima settimana, sullo schema c’è già più di un’ipotesi, a partire dallo spostamento della tassazione da diretta a indiretta. Il progetto prevede di ritoccare all’insù l’aliquota Iva del 20% e quella agevolata del 10% e far calare contestualmente la prima aliquota Irpef dal 23 al 20%. E accanto a questa ipotesi, c’è anche quella di allineare al 20% la tassazione sulle rendite finanziarie.
Intanto, hanno preso il via, nella serata di ieri, le votazioni sul dl sviluppo nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, ma i nodi del provvedimento, dalle concessioni sulle spiagge alle novità sul fisco (su cui è ancora aperto il confronto all’interno della maggioranza) verranno rimandate a oggi. Quando, dopo alcuni slittamenti, le commissioni sono giunte al primo voto sugli emendamenti, infatti, il risultato è stato di parità (43 sia maggioranza che opposizione). Il centrodestra aveva poi recuperato un voto di margine, grazie a un deputato ritardatario entrato trafelato in aula, ma a quel punto si è deciso di chiudere comunque la giornata e rinviare il seguito delle votazioni a questa mattina.

E da domani il provvedimento sarà all’esame dell’aula. Il governo potrebbe ricorrere ad un maxi-emendamento al decreto sviluppo, sul quale poi mettere la questione di fiducia in Aula. Lo ha detto ai cronisti il sottosegretario all’Economia, Luigi Casero.

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