da Napoli
Dodici figli ma non gliene è rimasto più neppure uno. È la storia di Caterina Annarumma, 70 anni, che ha partorito i suoi bambini, nell'arco di 18 anni. Non ci sono tragedie dietro a queste 12 «sparizioni» ma «solo» degrado e miseria. Caterina, infatti, dopo avere partorito, vendeva o regalava i suoi bambini «perché non potevo mantenerli». Ma, allora, se non sapeva come fare per sfamarli, perché ne ha messi al mondo a ripetizione? Potrebbe sembrare un insulto alla vita umana ma, l'anziana, si comportava come tante persone che, quando partorisce il cane o il gatto di casa, vendono o regalano ad amici e parenti i cuccioli.
Caterina vive ad Angri, centro del salernitano, al confine con il napoletano. Al pm Elena Guarino della Procura di Nocera Inferiore ed ai carabinieri del Comando provinciale di Salerno, la donna ha spiegato che i suoi figli li vendeva o regalava, perché voleva comunque assicurare loro, un futuro dignitoso. Fino a che punto sia credibile questa versione data dalla Donnarumma è ancora presto per dirlo: i carabinieri stanno ancora indagando anche se, è probabile, che alla fine dell'attività investigativa, gli eventuali reati che potrebbero configurarsi, in casi come questo, rischierebbero di essere tutti già prescritti.
Intanto, sono stati rintracciati quasi tutti i figli di Caterina. «Li davo con la promessa che me li avrebbero fatti rivedere una volta cresciuti ma questa promessa non è mai stata mantenuta», ha detto agli inquirenti la donna. Va detto che solo quattro delle dodici «adozioni», sono state regolarmente registrate al Tribunale di Napoli e che, quasi tutti i bambini ceduti «per pochi soldi» dalla Donnarumma, sono stati trovati dai carabinieri salernitani. La prima a cambiare famiglia, fu una bambina, avuta con il suo amante, all'epoca sposato con un'altra donna, attualmente marito della Donnarumma. Poi, gli altri, uno dietro l'altro, a volte gratis, a volte per pochi spiccioli. Caterina, come era ancora un'abitudine negli Sessanta e Settanta, partoriva in casa, lontano da occhi indiscreti. Poi, li registrava all'anagrafe solo con il suo nome, padre ignoto.
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