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«Salome la vorrei sempre nuda»

Nel prologo l’attore presta la sua voce a Giovanni Battista

Alla fine la scelta per il titolo inaugurale di stagione è caduta sull’opera scandalo di Wilde-Strauss, Salome, «musikdrama» in un atto, libretto in tedesco - dall’originale francese - di Hedwig Lachmann. La regia di questo allestimento è stata affidata a Giorgio Albertazzi, impegnato in questi giorni nell’applauditissimo ritorno del suo cavallo di battaglia Memorie di Adriano della Yourcenar al Teatro Argentina (si veda la recensione qui a fianco, ndr), e qui in una delle sue rare incursioni nel mondo dell’opera lirica.
Intanto, Albertazzi perché ha voluto far precedere l’opera da un breve prologo in prosa, che lei ha confezionato appositamente?
«Mi colpì un’operazione analoga di Abbado, il quale dirigendo l’Oedipus rex di Stravinsky-Cocteau al teatro della Scala, lo fece precedere dalla tragedia originale di Sofocle. L’accoppiata risultò assai efficace. Avrei voluto fare altrettanto anche con Salome, ma ho dovuto alla fine ripiegare su un breve prologo. Mi serve per introdurre all’opera che non è immediatamente comprensibile. Ho estratto e rielaborato da Wilde la scena madre del suo lavoro in prosa e l’ho riproposta come avvio, anche per far ascoltare, pur in una lingua diversa dall’originale, il ritmo della sua prosa. Attraverso il prologo lo spettatore è introdotto dalla stessa Salome nel palazzo di Erode, teatro dell’opera».
La Salome del prologo è la stessa dell’opera? O forse che la protagonista di Wilde è diversa da quella di Strauss?
«Salome per Wilde era il suo ragazzo, non c’è dubbio che sia così. Nel prologo Salome è una adolescente, il cui corpo nudo non è affatto scandaloso; è una ragazza viziata da tutta la corte, ed anche svogliata. Nell’opera Salome è una giovane donna, ha un corpo sinuoso e peccaminoso, anche se la tragica conclusione non credo facesse parte delle sue intenzioni».
Due Salome, una più giovane dell’altra ma ambedue esibiscono la loro nudità. È essenziale il nudo nell’opera?
«Salome la vorrei sempre nuda, la coprirei solo alla fine, come poi ho fatto nell’opera. Salome danza per Jochanaan (Giovanni il Battista) più che per Erode; e per sottolinearlo, verso la fine della danza, la faccio muovere come un manichino, assistita da due schiavi. Non credo che Salome pensasse da sé alla richiesta macabra di avere la testa del Battista su un piatto d’argento. La colpa è tutta della madre, Erodiade, che non sopporta più il profeta che, dalla cisterna buia, le grida in faccia i suoi peccati».
Albertazzi, nel prologo, presta la sua voce, fuori scena, al Battista.
Interpreti principali: per il prologo, gli attori Anita Bertolucci, Maruska Albertazzi e Sergio Romano (Erodiade, Salome, Erode); per l'opera Francesca Patanè (Salome), Graciela Araya (Erodiade), Anooshah Golesorkhi (Jochanaan) e Reiner Goldberg (Erode).
Scene di Lorenzo Fonda, costumi di Elena Mannini; direttore Gulther Neuhold.

L’opera è cantata in lingua originale, con sopratitoli in italiano.
Teatro dell’Opera. Salome di Richard Strauss. Quesa sera la prima alle 20.30. Repliche tutti i giorni fino a domenica 21 gennaio. Informazioni:06.48160255.

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