Alti i rischi ischemici per tutti gli infartuati

Luisa Romagnoni

Tenete d'occhio questo valore:70 mg/dl di colesterolo Ldl (quello cattivo). É importante non superarlo dopo un infarto, per diminuire del 25 per cento circa, il rischio di un secondo evento. Nei primi due anni successivi all'attacco cardiaco, la probabilità di essere nuovamente ricoverati è superiore al 60 per cento dei casi e nel 30 per cento di questi, la causa è una nuova sindrome coronarica acuta. Complessivamente, ogni anno nel nostro Paese si registrano oltre 135mila eventi coronarici acuti, circa un terzo risultano fatali. Ora, in aiuto alla popolazione post infartuata, nasce un progetto educazionale «Amico del cuore - Dopo l'infarto il colesterolo conta». Un' iniziativa promossa dall'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, (Anmco), Fondazione per il tuo cuore e Conacuore, con il supporto di Msd, prevista per sabato 16 aprile in 14 città italiane collegate via satellite (www.amicodelcuore.it per approfondire). «I veri amici del cuore siamo noi stessi», afferma Michele Gulizia presidente Anmco, direttore Uoc cardiologia, ospedale Garibaldi di Catania. «Dobbiamo voler bene al cuore e prendercene cura, seguendo la dieta mediterranea, tenendo sotto controllo il colesterolo che conta sempre e, in modo particolare, dopo un infarto. In questo progetto, il numero chiave è 70: non superare questo limite di colesterolo Ldl riduce in maniera significativa il rischio di un secondo infarto e aiuta a tenere a bada anche tutti gli altri fattori di rischio, dal momento che per ottenere questo obiettivo terapeutico c'è bisogno dei farmaci, oltre che di una dieta particolarmente equilibrata e dell'attività fisica». Non riuscire a portare il colesterolo Ldl al di sotto di 70 mg/dl, spesso è una questione di non soddisfacente aderenza alla terapia.

«A tutti i pazienti viene prescritta una statina con evidenze di efficacia a raggiungere i valori target» sottolinea Furio Colivicchi, direttore Uoc di cardiologia all'ospedale San Filippo Neri di Roma. Nei pazienti intollerante alle statine si segue una diversa strategia prescrivendo anche ezetimibe, un farmaco ipocolesterolemizzante.

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