Note liete in ospedale: i formidabili 10 anni di «Donatori di musica»

Concerto in contemporanea in più cliniche per festeggiare il compleanno dell'iniziativa

Massimo M. Veronese

La musica è un mistero anche per le neuroscienze, ma quello che è certo è che le note piacciono al cervello. Dicono che in alcune aree cerebrali abbiano lo stesso effetto di una droga, ma buona. Confortano, rilassano, curano. Lo avevano capito, nel 2007, Maurizio Cantore e Andrea Mambrini, che all'ospedale di Carrara, centro d'eccellenza per le terapie loco-regionali dei tumori al pancreas, al fegato e alle vie biliari, puntarono su una scommessa che sembrava impossibile da vincere: portare la musica in corsia, gli artisti tra i malati, i sorrisi tra la sofferenza.

Mambrini, 50 anni, mantovano, laurea a Padova e specializzazione in oncologia, sorride: «Invece adesso festeggeremo i dieci anni di Donatori di musica, con una giornata musicale che coinvolgerà in contemporanea tutti gli ospedali che in questi anni hanno sposato quell'idea meravigliosa». E cioè, per dirne qualcuno, l'Oncologia di Bolzano, Saronno, Brescia, Bari e Mantova, Radioterapia di Perugia, Ematologia pediatrica di Parma, Chirurgia di Verona, e, ultimo arrivato, l'Ospedale di Pisa. Appuntamento il 23 giugno. Da quel giorno di 10 anni fa, il concerto del mercoledì in corsia è diventato un'istituzione, un modo di stare insieme, di vivere la vita. E Donatori di musica un'associazione dai numeri impressionanti: 300 concerti solo a Carrara, più o meno cinquecento in tutta Italia. Non senza ostacoli, non senza difficoltà, ma con la consapevolezza di fare la cosa giusta: «Ci abbiamo sempre creduto a pelle, a sensazioni spiega Mambrini -. Ma dalla nostra c'è anche la statistica». Uno studio dell'Università di Firenze ha infatti dimostrato che la musica in reparto riduce l'ansia nei pazienti, li fa stare meglio: «Ma la novità è che questa sensazione di benessere continua anche dopo il concerto, si protrae per tutta la durata del ricovero».

E i numeri dicono che il termometro dello stress registra stati d'animo opposti tra chi esce dall'ospedale dopo essere stato accarezzato dalla musica e chi no. «All'inizio era solo oncologia a ospitare musica, ma negli ultimi anni si è aperto ad altri reparti, chirurgia e radioterapia. Da Carrara, dove è nato tutto, ci siamo trasferiti nell'ospedale nuovo di Massa, e lì abbiamo trovato collocazione nel cuore del centro. E lì, come fosse una piazza musicale, vengono tutti i pazienti dell'ospedale». In questi anni la musica classica e i suoi artisti hanno dato lezioni di magnifica generosità, ma a cantare in corsia per Donatori di musica sono state tante star della musica leggera e non: da Gino Paoli a Fiorella Mannoia, da Renzo Arbore ad Andrea Bocelli, da Roby Facchinetti a Paola Turci, da Elio a Stefano Bollani. L'esperienza di Donatori di musica a Mambrini, che qualche volta si esibisce anche lui al pianoforte, ha dato molto: «La bellezza di entrare in contatto più intimo con i pazienti: la musica ti aiuta a curarli».

É la faccia bella della medicina, l'eccellenza che si fa empatia, la cura che si sposa con la sensibilità.

Qualche problema però c'è: «A qualcuno non piace, ma pazienza. Io sono felice di aver iniziato quest'avventura con Maurizio Cantore: la strada è giusta». Tchaikovsky diceva che fiori, bambini e musica sono i gioielli della vita. La bellezza degli uomini sta nel saperla donare.

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