Salute

Solo nei Centri specialistici le terapie per i pazienti SLA

Luisa Romagnoni

La sclerosi multipla (Sm), in tutto il mondo si curerà nelle Multiple sclerosis care units (Mscu), per un intervento tempestivo e adeguato. Questo perché le armi terapeutiche contro questa grave patologia del sistema nervoso centrale (oltre 110mila i malati in Italia), oggi ci sono. Sono tante e potenti. Ma occorre utilizzarle bene, minimizzando i rischi per il paziente e facilitandone l'accesso. La proposta arriva dall'European Charcot Foundation, in occasione del suo 24° congresso annuale, tenutosi di recente a Baveno (Vb). Un evento che ha riunito i massimi esperti del settore (400 i delegati invitati, dedicato quest'anno al tema del «Trattamento in pratica». L'idea delle Mscu, che mutua il concetto dei centri d'urgenza ictus (Stroke units), è uno straordinario progetto mondiale, condiviso dall'European Charcot Foundation e da tutte le Società scientifiche collegate. «Si è compreso - spiega il professor Giancarlo Comi, presidente della stessa Fondazione - che oggi chi vuole trattare i pazienti con Sm, deve farlo in un contesto organizzativo, ben preciso che consenta, di accelerare l'accesso al trattamento e individuare il profilo del paziente e la migliore strategia terapeutica e gli strumenti, per seguire passo dopo passo, ciò che succede all'ammalato sottoposto al trattamento». Di fatto nel nostro Paese, a differenza di nazioni come Germania, Inghilterra o Stati Uniti, dove non esistono centri specializzati per la Sm, il concetto delle Mscu, è già una realtà avviata. Sono circa 200 le unità distribuite sul territorio nazionale. «In Italia non è possibile trattare un paziente al di fuori di una struttura adeguata, organizzata», afferma Comi. «Tuttavia non tutte le regioni hanno adottato questo schema. E quindi occorre far sì che questo venga implementato in modo sistematico, perché non è accettabile oggi che vi siano disparità fra i malati».

Nel concreto, tra le azioni a breve che implementeranno l'iniziativa lanciata dall'European Charcot Foundation, vi è l'elaborazione di un documento che sarà portato all'attenzione delle autorità sanitarie di tutto il mondo, partendo dalla Comunità Europea e dai singoli Paesi, per proteggere il paziente.

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