«A salvarla può essere stato solo un angelo»

Ernesto Valente, già presidente degli ortopedici italiani, una bambina di otto anni è caduta dal quarto piano e si è salvata. Miracolo e spiegazione scientifica?
«Sono un medico e non posso parlare di miracolo. Però questa storia ha dell’inverosimile».
Perché non ci sono stati danni rilevanti?
«Be’, a fare due conti la bambina ha fatto un salto di 12 metri. Impossibile che non si sia rotto nulla. A meno che la caduta sia stata frenata».
In effetti ha frenato una tettoia a due piani e mezzo dalla finestra.
«In questo caso l’impatto è stato attutito e i metri diventano circa otto. E allora diventa un caso fortunato, verosimile, che ha dei precedenti. Questi ostacoli frenano l’impatto e i bambini sono facilitati».
In che senso facilitati?
«Sono più leggeri degli adulti, la forza d’impatto della loro massa corporea è inferiore. Inoltre il loro scheletro è ovviamente più elastico. Per questi motivi sono predisposti ad avere un minor danno dai traumi».
Quindi, se dal quarto piano fosse caduto un adulto alle stesse condizioni, il risultato sarebbe stato diverso?
«Gli anziani si fratturano anche per cadute banali. Mentre i bambini cadono spesso dai letti anche alti senza farsi un graffio».
Però la bambina ha fatto un bel volo.
«Infatti è impossibile che non ci siano lesioni gravissime quando un bambino cade da un’importante altezza. Si possono ledere gli organi interni, come il fegato e la milza, poi l’apparato scheletrico: braccia, gambe, gabbia toracica. Se poi cade di testa, allora vengono compromesse le vertebre cervicali con paralisi immediata e anche la morte».
Insomma la mamma di questa bambina deve andare ad accendere un cero in chiesa?
«Solo i gatti che cadono con le zampe sopravvivono anche se cadono dai tetti, i bambini hanno una grande elasticità ma non hanno istinto di protezione. Quella bambina ha incontrato un angelo nella sua caduta. É già difficile non riportare lesioni gravi dopo sei metri».


Le parla di elasticità delle ossa. Da che età si diventa più fragili?
«Le ossa diventano meno elastiche dal momento della nascita, è una perdita progressiva. É il tempo che, giorno dopo giorno, rende fragile il nostro scheletro».

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