Salviamo i libri dalla sinistra dei balzelli

di Luigi Mascheroni

Sembra un destino inevitabile in questa città. Se c’è qualcosa che si può fare per complicare la vita ai libri, la si fa. E nel migliore dei casi si rimane indifferenti. Per una malaugurata decisione del Comune - che speriamo e chiediamo possa rientrare - è a rischio la sopravvivenza di due attività particolarmente preziose, e che semmai avrebbero bisogno di un occhio di riguardo da parte della politica, soprattutto di quella Sinistra che ha sempre fatto della diffusione della cultura e del libro una propria bandiera. Ci riferiamo alle bancarelle e ai mercatini di libri e d’antiquariato. Una fetta di mercato, per inciso, che vale almeno un centinaio di volte i tanto pubblicizzati e-book: In Italia per ogni lettore di libri elettronici ci sono almeno cento persone che acquistano vecchi volumi di carta sulle bancarelle.
A Milano, ecco il dato di cronaca, quest’anno il Comune ha deciso di aumentare il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (la cosiddetta Cosap). E la cosa, come è facile immaginare, ha colpito pesantemente soprattutto i venditori «ambulanti» di libri. Un «prodotto», nonostante i nostri amministratori pensino il contrario, che non è solo un bene commerciale, ma soprattutto culturale. Le bancarelle e i mercatini sparsi per la città sono un patrimonio comune, qualcosa che fa parte della tradizione, angoli che rendono più bella, e civile, tutta Milano. Ne sono già sparite tante - in piazza Cordusio, in via Mercanti... - non lasciamo che si estinguano.
Davvero non si può fare nulla per rivedere l’entità della tassa? I rincari sono diventati insostenibili, tanto che molti esercenti minacciano di restituire la licenza e le manifestazioni di chiudere. Solo qualche esempio: il canone di alcune bancarelle di libri in largo Cairoli - ci sono da decenni, verde-scuro che spiccano tra gli alberi della piazza, a loro modo dei «monumenti» cittadini - passano da 2.700 a 5.300 euro e da 4.450 a 8.900 euro (tenendo conto che ad agosto per le vacanze, e a gennaio per il freddo, sono «ferme», significa 500-800 euro al mese, per dei chioschi che vendono libri a 5-10 euro l’uno...). Mentre i mercatini dell’antiquariato sui Navigli e a Brera - cui il Comune ha tolto il riconoscimento, e quindi lo sconto, di «evento culturale» - arriveranno a pagare 220mila euro il primo, 22mila il secondo: fra le quattro e le dieci volte più dell’anno scorso. Non solo. Il mercatino dei libri di piazza Diaz (il più grande all’aperto d’Europa, maggiore per numero di espositori a Parco Brassens di Parigi) vedrà aumentare la tassa d’occupazione del 350%!
Come ha scritto Armando Torno sul Corriere della sera, a Milano si sta consumando un crimine.

L’aspetto più inquietante è che l’assassino sia un’amministrazione di sinistra, l’intellighenzia insomma. E che il luogo del delitto sia una città la quale, a proposito di libri, pur essendo la capitale dell’editoria, non ha neppure un salone, o una fiera.

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