Paola Setti
Loro, Claudio Gustavino il capogruppo della Margherita e Claudio Montaldo il diessino assessore alla Sanità non hanno proprio laria dei lottatori. Eppure, fra un tono pacato e una frase in politichese, il braccio di ferro sui direttori generali della Sanità è cominciato. La Margherita a chiedere la testa di tutti, i Ds a ribattere che non se ne parla.
Che fosse scontro ieri in aula lo si era capito subito: un esponente della Margherita che interpella lassessore alleato non è cosa da tutti i giorni. E invece. Gustavino chiedeva lumi sulla nomina del coordinatore del Dipartimento di emergenza e della centrale operativa del 118 del San Martino: «Il dottor Giuseppe Caristo è persona di stimata professionalità, ma mi chiedo se la ristrutturazione di un settore così delicato non debba rientrare nel progetto più generale di riorganizzazione cui la giunta sta lavorando». Tradotto: la Regione dovrebbe fare certe nomine, non il direttore generale del San Martino, Gaetano Cosenza. Tanto più che Caristo nel febbraio 2001 era stato rimosso dallincarico di coordinatore del 118 dallallora assessore alla Sanità Piero Micossi, dopo che una ragazza di 25 anni, Beatrice Conoci, era morta per un attacco dasma e dopo cento chilometri in ambulanza perché non era stato trovato in tempo un posto in un reparto di rianimazione a Genova. «Non si tratta di una promozione - ha risposto Montaldo -, ma di una diversa attribuzione di responsabilità allinterno della direzione sanitaria. Il dottor Caristo, cui in passato era stato assegnato un incarico diverso, è subentrato al dottor Podestà che aveva la responsabilità del 118. Lavvicendamento non modifica i profili né le retribuzioni dei due dirigenti medici».
In aula Gustavino si è dichiarato soddisfatto della risposta. È fuori che ha dato il via alla guerra. Non tanto su Caristo, «che la Giustizia ha riabilitato e che verrà risarcito per un allontanamento ingiusto» fa notare Montaldo. No. Il nodo sono i direttori generali. Dice Gustavino che la nuova giunta deve riorganizzare completamente il sistema, «superando la concorrenza fra aziende ospedaliere che ha creato disservizi e doppioni e sostituendo alla competizione la collaborazione». Per questo, scandisce: «Servono uomini nuovi: i direttori generali che sono stati coprotagonisti della concorrenza e ci hanno creduto difficilmente adesso potranno collaborare fra loro». Montaldo è di altro avviso. Tanto per cominciare: «La politica non può intervenire sulle scelte operative come quella di Caristo, che spettano alla direzione sanitaria».
Si narra che sullo sfondo ci sia la partita per «salvare» ognuno il suo direttore di appartenenza, fra Asl e ospedali.
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