Sanità nel Lazio, tre arresti

da Roma

Transazioni con l’ufficio legale di un’importante Asl capitolina per consentire il pagamento di importi «gonfiati» e creare guadagni consistenti invece di pagamenti esemplari. È l’ennesimo capitolo della maxi inchiesta della procura di Roma su tangenti e sanità nel Lazio. Oggi, tre nuovi arresti e una quarta persona ancora ricercata. Quest’ultima sarebbe un’imprenditrice appartenente a una delle più note famiglie proprietarie di strutture sanitarie private della capitale. In manette, su ordine del gip Luisanna Figliolia e in accoglimento delle richieste dei pm romani Giancarlo Capaldo e Giovanni Bombardieri, sono finiti il responsabile dell’ufficio affari legali della Asl Sergio Aiello, la sua convivente Sofia Jessuf Mohammed, e Maurizio Porcari, amministratore delegato della «Sacli», società che gestisce alcune cliniche della capitale. Gli arresti si inseriscono nel solco delle indagini su una serie di tangenti che, secondo l’accusa, sarebbero state versate da imprenditori a funzionari di Asl romane. Decine gli arresti finora eseguiti, tra questi anche esponenti politici.

Tutti, inquisiti dopo l’impulso all’inchiesta dato dalle ammissioni fatte da Anna Iannuzzi, più conosciuta come «Lady Asl». Gli arresti di oggi sarebbero conseguenza di meccanismi «illegali» che sarebbero stati portati alla luce dagli investigatori.

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