Manuela santa per un giorno solo. Il gran rifiuto aveva illuso tutti. Si era ritrovata sull’altare dell’anticav, non più corpo ma puro spirito, con quel frammento di intercettazione e un no di pancia e viscere urlato in faccia a Tarantini. La Arcuri non si baratta per un Sanremo. Santa. Santa subito. La Arcuri che non ci sta. La Arcuri che come il Gassman della Grande Guerra riscatta un’esistenza da codardo con un ultimo atto di orgoglio: «E allora senti un po’, visto che parli così mi te disi proprio un bel gnènt! Hai capito? Facia de merda». La Arcuri papessa straniera, nuovo leader di una sinistra perennemente orfana di miti popolari. La Arcuri quasi come Saviano. La Arcuri che a guardarla da molto lontano poteva sembrare la Magnani, stesso fascino, stessa rabbia, stessa resistenza. L’antiberlusconismo in fondo è una fata morgana che crea sogni e miraggi. Una così chi se l’aspettava? Bella, gnocca, popolana e capace di dire no a Berlusconi.
Peccato che la vita da santa di Manuela sia durata così poco, come una farfalla. Maledette intercettazioni. Quei brogliacci non sono un romanzo. Sono effimeri. Vanno e vengono. Frammenti. Attimi di parole catturate, tranchede vie , bastano pochi secondi in più e la realtà cambia, non tutto è come appare, il significato si perde, il contesto muta. È la stessa dannazione dei giornali, i titoli di ieri sono carta straccia. E il giorno dopo Manuela è un po’ meno santa. Anzi, non lo è per niente. Il no non era così di ferro, ideologico, a testa alta. Manuela voleva garanzie. Non per lei, ma per la famiglia, per il fratello attore e per il casting di un film che si stava per chiudere. Insomma, per dirla spiccia: «Dare moneta vedere cammello».
Il risultato finale non cambia. La Arcuri resta lontana da Berlusconi, ma il significato politico non è più lo stesso. Il no si sgonfia. È meno orgoglioso. Di sottobanco. Arriva il contrordine. Signora Arcuri, ci dispiace, alla luce delle nuove e più complete intercettazioni riteniamo che la parte di nuova eroina e leader della sinistra non le si addice. Ci teniamo la Bindi e la Serracchiani. Manuela alza le spalle e se ne va. In fondo questa parte non è stata lei a cercarsela. Non ha fatto nulla per apparire santa. È l’abbaglio di chi cerca ogni giorno una nuova icona antiberlusconiana. Peggio di un’ossessione.
L’interesse del giorno magari adesso è un altro. È l’intervista alle Iene che ha deluso il Cavaliere. Tutti a cercare cosa abbia mai detto di così volgare la ragazza di Latina. Il mistero dura poco. La rete ti serve subito il piatto caldo. È il gioco della «passaparolaccia». Manuela rivela chi dei suoi amori ha sbagliato al primo colpo. Si spara nel mucchio, senza abbinare il flop a nomi e cognomi. È uno dei video più cliccati su Facebook e Youtube. Il mondo sta diventando sempre più uno spettacolo d’arte varia.
E così anche la santità di Manuela passa. Sic transit gloria mundi.
Ci resta male perfino la Dandini che stava organizzando un goliardico fan’s club. Avanti il prossimo. Prima o poi arriverà l’autentico anticav. Il messia atteso da quasi vent’anni. I tempi sono maturi. La Arcuri era un bellissimo sogno. Peccato sia durato meno di Veltroni e Franceschini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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