Santorum vola nei sondaggi È in testa anche in Ohio considerato uno "stato chiave"

Il candidato di origini italiane è avanti nell'ultimo sondaggio a livello nazionale. Intanto al Congresso è sempre più vicino l'accordo sull'estensione degli sgravi fiscali

Santorum vola nei sondaggi È in testa anche in Ohio considerato uno "stato chiave"
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Buone notizie per Rick Santorum: il candidato repubblicano di origini italiane supera Mitt Romney in un nuovo sondaggio nazionale commissionato da CBS/New York Times. Il 30% degli elettori alle primarie del Gop sta con l’ex governatore della Pennsylvania, e il 27% con l’ex governatore del Massachusetts Romney. Il mese scorso, il primo poteva contare solo sul 16% delle preferenze, il secondo sul 28%.

Lo Stato chiave dell'Ohio

Un sondaggio della Quinnipiac University registra il vantaggio di Santorum sugli altri candidati anche in Ohio, considerato uno degli "stati chiave" tra i 10 chiamati al voto il 6 marzo. L'ex senatore della Pennsylvania ha il 36% dei favori, Romney lo segue con il 29%. Terzo Gingrich con il 20%, Ron Paul è ultimo con il 9%. Romney non può permettersi il lusso di perdere in Ohio così come, del resto, nel confinante Michigan, dove si vota il 28 febbraio. Santorum, però, spinto dal sostegno della base conservatrice, in particolare gli evangelici e il Tea Party, al momento guarda tutti gli altri dall'alto in basso. Leggi tutti i sondaggi.

Gingrich non molla la presa

Dopo il tracollo in Missouri, Colorado e Minnesota Gingrich è sparito? Non ancora: la sua corsa, del resto, già due volte era sembrata a un passo dalla fine, ma l'ex speaker della Camera è riuscito sempre a rialzarsi e ancora oggi ci crede. E mentre Romney e Santorum si preparano al faccia a faccia in Michigan, e lo stesso Romney è impegnato a raccogliere consensi in Arizona (in entrambi gli Stati si terranno le primarie il 28 febbraio), Gingrich sta lavorando in California: vuole raccogliere fondi e organizzare al meglio la sua campagna elettorale nello Stato che lanciò l'avventura politica di Ronald Reagan. Gingrich non vuole sentir parlare del proprio ritiro e punta tutto sul Supermartedì del 6 marzo, quando si voterà in dieci Stati.

Verso l'accordo sugli sgravi fiscali

Il braccio di ferro al Congresso tra repubblicani e democratici ormai è solo un ricordo. Il rinnovo degli sgravi fiscali (riduzione per tutto il 2012 delle tasse in busta paga per 160 milioni di lavoratori americani) dovrebbe concludersi con un accordo, a cui hanno lavorato i negoziatori del Congresso.

La bozza comprende anche il rinnovo dei sussidi per i disoccupati, i versamenti ai dottori del raggiunto grazie al fatto che, mentre Obama e i leader repubblicani continuavano a scontrarsi in pubblico, i negoziatori (democratici e repubblicnai) hanno continuato a lavorare per trovare un compromesso. Nonostante l’accordo debba ancora essere ufficializzato, al Congresso c'è un moderato ottimismo. E' il segno che, al di là della campagna elettorale, la politica americana non si ferma.

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